
Occupazione in Italia 2025: Il Ruolo Cruciale degli Inattivi nella Frenata della Crescita Lavorativa
Nel 2025 il mercato del lavoro in Italia mostra segnali di moderata ripresa, con un tasso di occupazione in crescita al 62,5% e una riduzione di 217mila persone in cerca di lavoro rispetto all'anno precedente. Tuttavia, questa situazione celata da dati positivi evidenzia un problema strutturale fondamentale: l'ampia fascia degli inattivi, cioè coloro che non lavorano né cercano attivamente un impiego, che rappresenta un freno rilevante alla crescita economica e occupazionale del paese. Il quadro dell’occupazione presenta infatti ancora forti disparità di genere, con un divario superiore a 17 punti percentuali tra tasso di occupazione maschile (71,2%) e femminile (53,7%) a causa di ostacoli culturali e sociali, in particolare legati alla conciliazione tra lavoro e famiglia. Un elemento significativo è la più alta occupazione degli uomini stranieri rispetto agli italiani, favorita da una maggiore presenza in settori specifici come agricoltura e servizi, ma anche da una maggiore flessibilità lavorativa.
Gli inattivi rappresentano una zavorra economica e sociale che rischia di aumentare senza interventi mirati. Questi includono persone scoraggiate, occupate in attività informali o dedite alla cura familiare, e necessitano di politiche attive del lavoro più incisive. Il Bollettino CNEL sottolinea la necessità di rafforzare centri per l’impiego, formazione continua ed incentivi alla mobilità professionale e geografica per contrastare la disoccupazione prolungata e favorire un reinserimento efficace. Le strategie raccomandate riguardano incentivi mirati a favorire l’occupazione femminile tramite soluzioni flessibili e servizi di supporto, miglioramento dell’integrazione degli stranieri attraverso programmi formativi, e promozione di innovazione e digitalizzazione per affrontare le trasformazioni del mercato del lavoro.
In conclusione, per superare le sfide poste dalla polarizzazione occupazionale, dal divario di genere e dall’alto numero di inattivi, è indispensabile un'azione coordinata tra istituzioni, imprese e società civile. Solo investendo in politiche inclusive, formazione e sinergie pubblico-private l’Italia potrà costruire un mercato del lavoro moderno e competitivo, capace di tradurre il potenziale demografico e produttivo in crescita sostenibile e qualità dell’impiego. Il rilancio occupazionale, pertanto, passa attraverso un cambiamento strutturale di lungo termine che valorizzi le risorse umane e superi le barriere culturali esistenti.