
Riforma pensioni 2025: Analisi dei divari nella previdenza complementare e strategie per il futuro
La riforma pensioni 2025 riapre il dibattito sull'importanza della previdenza complementare in Italia, evidenziando le disuguaglianze di genere, territoriali e generazionali che ne frenano la diffusione. Solo il 61,6% degli iscritti ai fondi pensione sono uomini, con una forte predominanza del Nord Italia (57,2%) e una bassa partecipazione dei giovani sotto i 35 anni (19,9%). Il divario di genere è legato a gap retributivi, carriere discontinue e minori risorse da destinare al risparmio previdenziale, richiedendo interventi mirati come incentivi per le donne e lavoratrici madri, agevolazioni fiscali e campagne informative. Le disparità territoriali riflettono differenti condizioni socio-economiche, con il Nord più propenso alla previdenza e il Sud rallentato da occupazione più bassa e informazione limitata. La bassa adesione complessiva, intorno al 40%, è dovuta anche a scarsa cultura previdenziale, diffidenza verso i prodotti finanziari e precarietà lavorativa. Per migliorare la situazione sono cruciali incentivi fiscali, sgravi per le aziende, semplificazione delle procedure e prodotti flessibili, prendendo spunto da esperienze europee di auto-enrolment. La riforma 2025 rappresenta quindi un'occasione per colmare i divari e costruire un sistema pensionistico più equo e sostenibile, attraverso politiche attive, monitoraggio costante e collaborazione tra istituzioni e società civile.