Tornare in Ghana dopo lo studio all’estero: tra stigma e realtà

Tornare in Ghana dopo lo studio all’estero: tra stigma e realtà

Il fenomeno della migrazione studentesca africana, in particolare ghanese, si inserisce in un quadro socioeconomico in cui studiare all’estero rappresenta un importante investimento emotivo e finanziario per le famiglie e le comunità. La qualità degli studi e le opportunità lavorative nei paesi stranieri sono percepite come strade privilegiate verso una stabilità economica e sociale difficilmente raggiungibile in patria. Al tempo stesso, i giovani che intraprendono questi percorsi si trovano spesso a dover soddisfare attese molto elevate, costruite non solo sulle speranze familiari ma anche su narrazioni collettive di successo. Tuttavia, la decisione di tornare in Ghana dopo la laurea viene frequentemente vissuta come una sconfitta, piuttosto che come un’opportunità di crescita personale e di restituzione sociale, a causa di profondi condizionamenti di natura culturale, sociale ed economica.

Lo studio di Yeboah e Novotny mette in luce come le pressioni sociali e familiari, unite alla reale difficoltà di integrazione nel mercato del lavoro nazionale, portino a un’amplificazione dello stigma nei confronti dei "ritornati". Vengono raccolte testimonianze di studenti che si sentono giudicati o emarginati, con conseguenze pesanti sulle loro aspirazioni e sul benessere psicologico. Molti hanno riportato sentimenti di ansia, isolamento e insoddisfazione, derivanti non solo dalla mancanza di opportunità occupazionali in Ghana ma soprattutto dall’aspettativa collettiva, spesso irrealistica, di rimanere all’estero dopo aver terminato gli studi. Il ritorno, così interpretato, viene associato a un mancato raggiungimento degli obiettivi attesi, con ripercussioni che vanno oltre la sfera lavorativa e incidono in modo significativo sull’autostima e sulla partecipazione sociale degli individui coinvolti.

Per invertire questa tendenza servono cambiamenti profondi sia a livello culturale sia nelle politiche di lavoro e di reinserimento. È necessaria una nuova narrazione che valorizzi il ritorno e riconosca il patrimonio umano e professionale che esso può rappresentare per il Ghana. Azioni di sensibilizzazione sociale, supporto psicologico ai ritornati, riforma delle politiche di impiego e l’inclusione delle famiglie in questo percorso di cambiamento sono elementi essenziali per trasformare il ritorno in patria da simbolo di fallimento a opportunità di sviluppo. Solo attraverso la valorizzazione delle competenze e delle esperienze acquisite all’estero, sarà possibile superare lo stigma e costruire un sistema meritocratico e aperto, capace di accogliere e integrare i talenti che scelgono di investire nuovamente nel proprio paese.

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