
Responsabilità e dovere di cura: Le istituzioni di origine e il benessere del personale nei campus universitari esteri
L’istruzione superiore transnazionale, sempre più centrale nelle strategie di crescita delle università, comporta sfide significative in relazione alla gestione e al benessere del personale nei campus esteri. Le istituzioni di origine hanno il dovere di tutelare non soltanto gli aspetti contrattuali ma anche quelli psicofisici, sociali e professionali dei dipendenti inviati all’estero, promuovendo un ambiente sicuro, inclusivo, trasparente e rispettoso delle diversità culturali. Questo impegno si deve manifestare durante tutte le fasi del percorso: dalla selezione e assunzione, passando per l’accompagnamento nella transizione, fino al reinserimento. Fondamentale è garantire pratiche di assunzione trasparenti e accurate: i contratti e le condizioni devono essere comunicati chiaramente, includendo i rischi e le peculiarità locali, evitando ambiguità che possono minare sia la fiducia individuale che la reputazione dell’istituzione. Solo una gestione attenta, etica e partecipata delle risorse umane nei contesti internazionali può assicurare la sostenibilità e la credibilità a lungo termine dei progetti transnazionali nel mondo accademico.
Nei campus universitari internazionali sorgono spesso problematiche specifiche, come la presenza di pratiche di lavoro non etiche, contratti penalizzanti, scarso supporto logistico o sanitario e poca rappresentanza sindacale, oltre a rischi di discriminazione culturale o difficoltà amministrative nel paese ospitante. Affrontare tali sfide richiede una strategia fondata sulla prevenzione, sul monitoraggio e sull’istituzione di organismi indipendenti incaricati di garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori. Le università devono inoltre investire costantemente nel miglioramento delle infrastrutture e dei servizi offerti nei campus esteri: alloggi adeguati, servizi sanitari e psicologici, scuole per i figli, tecnologie e spazi conformi agli standard internazionali sono essenziali per garantire un’esperienza positiva e sostenibile. Una governance efficace, con sistemi di valutazione e accountability condivisi tra sede centrale e sedi distaccate, nonché una dirigenza formata alla gestione della diversità e all’inclusione, costituisce la chiave per affrontare in modo integrato le complessità amministrative e culturali.
Per costruire un modello di gestione etica e realmente sostenibile del personale nei campus esteri, le università devono adottare una serie di raccomandazioni: definire policy chiare e condivise, promuovere formazione continua su temi interculturali, attivare canali di ascolto e monitoraggio, rafforzare il supporto logistico, collaborare con le autorità locali, rivedere periodicamente i contratti e promuovere la massima trasparenza sulle pratiche di assunzione e gestione. Solo attraverso un rinnovato senso di responsabilità e valorizzazione del capitale umano internazionale il settore dell’istruzione superiore potrà cogliere le opportunità della globalizzazione, restando attrattivo, equo e sostenibile. Il futuro delle università dipenderà dalla loro capacità di mettere la persona al centro, trasformando la mobilità accademica in una risorsa per tutti i soggetti coinvolti e contribuendo così alla crescita di una comunità accademica mondiale più giusta, integrata e competitiva.