Sentenza Storica del Tribunale UE: Gli SMS Sono Documenti Amministrativi Soggetti al Diritto di Accesso

Sentenza Storica del Tribunale UE: Gli SMS Sono Documenti Amministrativi Soggetti al Diritto di Accesso

La sentenza del Tribunale dell’Unione Europea del 5 giugno 2025 ha rappresentato un punto di svolta storico nel concetto di trasparenza amministrativa delle istituzioni europee. Per la prima volta, i giudici hanno stabilito che anche gli SMS, ossia i messaggi di testo scambiati fra rappresentanti istituzionali, devono essere considerati a tutti gli effetti documenti amministrativi. Questa decisione amplia in modo significativo il diritto di accesso alle informazioni sancito dall’art. 15 TFUE e dal Regolamento (CE) n. 1049/2001, che già garantiva ai cittadini europei la facoltà di esaminare documenti cartacei e digitali tradizionali delle istituzioni UE. La sentenza risponde alle nuove sfide digitali del XXI secolo, riconoscendo che la forma e il mezzo della comunicazione (sia essa email, chat o SMS) non devono rappresentare un ostacolo al controllo democratico sull’operato delle istituzioni pubbliche.

Il caso all’origine della pronuncia nasce da una richiesta di una giornalista per accedere agli SMS scambiati tra la presidente della Commissione Europea e il CEO di una grande azienda farmaceutica, rilevanti nelle trattative sull’acquisto di vaccini. Dopo il rifiuto dell’accesso da parte della Commissione, il caso è giunto al Tribunale UE, che ha dovuto chiarire se i messaggi di testo potessero essere annoverati tra i "documenti amministrativi" ai fini della disciplina sulla trasparenza. Il Tribunale ha motivato il proprio orientamento sottolineando l’inesistenza di limitazioni formali basate sul formato, riaffermando l’obbligo delle istituzioni di garantire la massima trasparenza ed evidenziando la crescente importanza delle comunicazioni elettroniche nelle decisioni amministrative. Questo orientamento rafforza i poteri di vigilanza della cittadinanza e pone nuovi obblighi di conservazione, gestione e archiviazione anche sulle comunicazioni informali ma rilevanti per l’attività pubblica.

La sentenza avrà rilevanti effetti pratici e apre una nuova stagione per la trasparenza nell’Unione Europea. Essa impone alle istituzioni di ridefinire le procedure interne di archiviazione, formazione dei funzionari e gestione documentale, considerando anche i messaggi brevi e chat ufficiali nel patrimonio documentale soggetto ad accesso pubblico. Tuttavia, la decisione solleva anche dubbi tra gli esperti, specie riguardo gli oneri di archiviazione, la tutela della privacy e la separazione tra comunicazioni personali e istituzionali. Nonostante ciò, si afferma con forza il principio per cui qualsiasi informazione di rilievo pubblico, a prescindere dal formato, può e deve essere oggetto di controllo democratico, gettando così le basi per una democrazia europea più aperta, inclusiva e adattata alle sfide dell’era digitale.

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