Pensioni e Riarmo: L'Usb Si Mobilita contro i Tagli Sociali per il 2025

Pensioni e Riarmo: L'Usb Si Mobilita contro i Tagli Sociali per il 2025

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Il 2025 rappresenta un anno cruciale per la politica sociale italiana, soprattutto sul fronte delle pensioni. In un contesto internazionale segnato dal crescente aumento delle spese militari imposto dagli obblighi NATO ed europei, il governo italiano si trova sotto pressione per spostare risorse dal welfare al riarmo. L’Unione Sindacale di Base (Usb) denuncia il pericolo che questo scenario comporta: il rischio di assistere a drastici tagli alle pensioni pubbliche, alla sanità e agli altri servizi essenziali per i cittadini. La nuova riforma pensioni in discussione sembra essere fortemente condizionata dalle raccomandazioni del Fondo Monetario Internazionale, che ha chiesto all’Italia di trovare risparmi soprattutto nei capitoli di spesa sociale per finanziare i nuovi impegni della difesa. Di fronte a questa situazione, l’Usb sta guidando una vasta mobilitazione culminata nella proclamazione di uno sciopero generale il 20 giugno 2025 e nella grande manifestazione nazionale a Roma del 21 giugno. L’obiettivo principale del sindacato è evitare che il peso del riarmo ricada ancora una volta sulle fasce più deboli della popolazione, come lavoratori, pensionati e giovani in cerca di un futuro previdenziale sicuro.

Parallelamente, l’Usb ha articolato una serie di rivendicazioni e proposte concrete volte a tutelare e rafforzare il sistema pensionistico pubblico. In particolare, il sindacato punta a garantire che nessuna manovra di bilancio possa penalizzare pensioni, sanità e welfare, ribadendo il principio che ogni aumento della spesa militare debba essere compensato da una maggiore tassazione dei grandi capitali, delle multinazionali e delle rendite finanziarie, non da nuovi sacrifici imposti a chi lavora o è già pensionato. L’Usb chiede l’introduzione di una tassa straordinaria sui profitti eccezionali, una più rigorosa lotta all’evasione fiscale e la tutela esplicita della spesa sociale nei documenti di bilancio. Contestualmente, il sindacato invita il governo e il parlamento ad aprire un confronto vero, trasparente e partecipato sulla definizione delle priorità nazionali, anteponendo il benessere delle persone alle logiche della sicurezza armata e delle alleanze internazionali. Queste richieste sono portate avanti non solo dal sindacato ma anche da una rete sempre più ampia di associazioni, pensionati, studenti e cittadini, compattando il fronte della protesta ad ogni livello.

Le reazioni di lavoratori, pensionati e opinione pubblica testimoniano una crescente preoccupazione e insofferenza verso la prospettiva di una vecchiaia meno tutelata e servizi sociali in costante riduzione. La popolazione teme che la corsa al riarmo possa compromettere diritti fondamentali conquistati con anni di lotte, mentre numerosi sondaggi confermano la forte ostilità a qualunque taglio allo stato sociale per finanziare la difesa. Di fronte a questo scenario, l’Usb ha messo in campo una serie di strategie future, tra cui la richiesta di verifiche indipendenti sull’impatto di ogni nuova spesa militare, l’introduzione di clausole di salvaguardia per pensioni e sanità e la continua pressione attraverso scioperi, manifestazioni e campagne di sensibilizzazione. Il 2025 si profila così come un anno di fortissimo scontro sociale e politico, in cui la difesa della spesa sociale e del sistema pensionistico pubblico resta uno snodo fondamentale per la tenuta democratica e la coesione del Paese, con l’auspicio che la politica possa trovare soluzioni eque ed equilibrate che non sacrifichino la giustizia sociale sull’altare del riarmo.

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