Percorso Docenti Tre Anni di Servizio, Sovrannumerari e Algoritmo di Collocamento: Analisi del DM 75/2025 e Prospettive per il Futuro

Percorso Docenti Tre Anni di Servizio, Sovrannumerari e Algoritmo di Collocamento: Analisi del DM 75/2025 e Prospettive per il Futuro

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Primo paragrafo

Il DM 75/2025 rappresenta una svolta importante nella gestione dell’accesso ai percorsi di specializzazione sul sostegno per i docenti italiani con almeno tre anni di servizio. L’intento principale della normativa è valorizzare l’esperienza maturata nel sistema scolastico nazionale, offrendo una posizione prioritaria ai docenti che hanno già dimostrato continuità nell’insegnamento. La creazione di una graduatoria specifica e di criteri di selezione più stringenti mira a ridurre la precarietà, soprattutto nelle scuole primarie e secondarie, e a garantire trasparenza e meritocrazia nella selezione degli insegnanti. Tuttavia, la pubblicazione e la gestione delle graduatorie sono affidate a ciascuna università, portando spesso a disallineamenti, sovrapposizioni nei bandi e rischio di esclusione per alcuni candidati qualificati. Queste problematiche, unite alla mancanza di una piattaforma nazionale coordinata, hanno evidenziato la necessità di interventi più incisivi per armonizzare le procedure e prevenire disparità tra i vari atenei. In questo contesto, il gruppo Uniti per Indire ha individuato nelle difficoltà di ricollocamento dei docenti sovrannumerari una delle principali criticità, avanzando proposte innovative per un sistema più equo ed efficiente nella gestione delle graduatorie.

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Secondo paragrafo

La questione dei docenti sovrannumerari è uno dei nodi più critici emersi con l’applicazione del DM 75/2025. Questi insegnanti, pur avendo maturato i requisiti previsti e un’esperienza professionale significativa, rischiano di essere esclusi dai percorsi di specializzazione per una mera questione numerica di posti disponibili negli atenei di loro scelta. Uniti per Indire suggerisce, a questo proposito, l’adozione di un algoritmo nazionale di collocamento che raccolga i nominativi dei sovrannumerari, aggiorni regolarmente l’elenco dei posti residui disponibili nelle varie università, e provveda a un’assegnazione automatica in base al punteggio e alle preferenze espresse dai candidati. I benefici di tale algoritmo sarebbero molteplici: trasparenza delle procedure, riduzione dei contenziosi e una gestione più razionale delle risorse umane nel sistema educativo. Senza un approccio centralizzato e informatizzato, invece, si perpetuano discrepanze territoriali, lungaggini amministrative e incertezze che minano la motivazione degli insegnanti e la qualità complessiva della formazione. La mancata pubblicazione simultanea delle graduatorie e la scarsa interoperabilità tra le banche dati universitarie aggravano ulteriormente la situazione, impedendo un’efficace redistribuzione dei docenti e una piena valorizzazione delle loro competenze.

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Terzo paragrafo

Guardando al futuro, diversi osservatori sottolineano la necessità di una riforma che preveda la centralizzazione delle procedure, l’implementazione di strumenti informatici condivisi e regole chiare per la gestione dei posti e delle graduatorie. Un sistema di assegnazione algoritmico permetterebbe di promuovere la meritocrazia e tutelare il diritto di tutti i docenti qualificati a completare la loro formazione, riducendo le disparità legate a limiti territoriali e organizzativi. La creazione di una piattaforma nazionale rappresenterebbe il tassello mancante per garantire trasparenza e parità di trattamento, permettendo inoltre una mobilità inter-universitaria più fluida e informata. In definitiva, affinché il percorso docenti tre anni di servizio risponda realmente agli obiettivi di valorizzazione e di equità, è indispensabile una collaborazione sinergica tra ministero, università e rappresentanza dei docenti. Solo così sarà possibile superare le attuali criticità e costruire un sistema formativo per il sostegno capace di rispondere alle esigenze della scuola contemporanea, premiando chi ha già dimostrato competenza e impegno sul campo. L’adozione di un algoritmo nazionale e la trasparenza nei criteri di selezione rappresentano la strada maestra per un futuro più giusto ed efficiente.

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