
‘Backstage’: Liliana Fiorelli e l'antitalk che rivoluziona il teatro e il dibattito LGBTQ+ a Roma
Primo paragrafo
Il 29 maggio 2025, Roma ospita al Teatro Trastevere uno degli eventi culturali più innovativi dell’anno: “Backstage”, antitalk ideato e condotto da Liliana Fiorelli. Questo spettacolo gioca con i canoni del tradizionale talk show e li sovverte, posizionando le narrazioni audiovisive e le voci LGBTQ+ al centro delle celebrazioni legate al Pride. A differenza delle formule convenzionali, l’antitalk mira a creare un ambiente immersivo, coinvolgente e spesso ironico, trasformando il pubblico da semplice spettatore a protagonista attivo dell’esperienza. Il format si afferma così come risposta concreta all’urgente necessità di nuove narrazioni sulla rappresentazione delle identità di genere e orientamento. In una fase storica dove l’audiovisivo e il teatro sono strumenti fondamentali per discutere di diversità e inclusione, eventi come “Backstage” abbattono le barriere tra palco e platea, proponendo uno spazio accessibile e contemporaneo in cui arte, attivismo e riflessione convivono. La scelta di legare l’appuntamento alle iniziative del Pride rafforza inoltre la natura politica dell’evento, che offre un’occasione di auto-rappresentazione per la comunità queer e un terreno d’incontro per il pubblico romano animato dal desiderio di scambio e crescita collettiva.
Secondo paragrafo
Al centro del successo di “Backstage” c’è Liliana Fiorelli, artista poliedrica che ha saputo unire la sua esperienza di attrice, autrice e attivista. La sua sensibilità verso temi come la rappresentazione di genere e le dinamiche LGBTQ+ la rendono la figura ideale per guidare un progetto che mette in discussione consuetudini narrative e meccanismi di esclusione. L’evento si struttura in modo anti-convenzionale e coinvolge ospiti di spicco con background diversi: dalla scrittrice e attivista Giulia Blasi alla regista Gabriella Giacinto, dalla sceneggiatrice Anna Piscopo alla performer Aurin Proietti, fino alla critica cinematografica Ilaria Storti. La varietà di questi interventi costruisce una panoramica ampia sulle sfide e le possibilità aperte dal cinema e dal teatro queer in Italia, valorizzando i “dietro le quinte” della produzione artistica. Il pubblico è invitato a interagire, diventando parte integrante della narrazione attraverso domande, giochi collettivi o momenti di scrittura creativa. In questo modo “Backstage” si trasforma in una community temporanea dove circolano nuovi modelli di rappresentazione e strategie concrete di emancipazione. L’evento, tra leggerezza e profondità, si afferma come modello di partecipazione, sensibilizzazione e formazione per le generazioni future.
Terzo paragrafo
Inserito nel panorama effervescente degli eventi Pride 2025 e in una Roma che si fa sempre più teatro di iniziative culturali dedicate all’inclusione, “Backstage” rappresenta un manifesto di modernità e pluralità. Il format non solo offre una piattaforma in cui artisti e professionisti queer possano raccontarsi e riflettere pubblicamente sulla rappresentazione audiovisiva, ma fornisce anche strumenti critici ed emotivi con cui il pubblico può affrontare tematiche spesso complesse e ancora poco discusse in Italia. L’approccio irriverente e la selezione di ospiti impegnati, riconosciuti anche nel panorama nazionale, donano al progetto autorevolezza e capacità di incidere sulle future narrazioni. La dimensione partecipativa rende l’evento un’occasione irripetibile di dialogo e formazione, mentre la volontà di portare in scena la pluralità di storie, vissuti e visioni contribuisce a ridisegnare i confini della cultura queer nella capitale. Partecipare a “Backstage” non significa solo assistere a uno spettacolo: è un modo per essere parte della trasformazione, attivando nuova consapevolezza e sostenendo la crescita di un’Italia progressivamente più rappresentativa, aperta e accogliente.