Primo Paragrafo
Il congedo parentale 2025, disciplinato principalmente dal D.Lgs. 151/2001 e aggiornato dalla Legge di Bilancio 2025, rappresenta un forte supporto per i genitori lavoratori italiani. La normativa prevede ora la possibilità di usufruire di 3 mesi di congedo per ciascun figlio, indennizzati all’80% della retribuzione, nei primi sei anni di vita del bambino o dalla data di ingresso in famiglia in caso di adozione o affido. Questa misura si rivolge a tutti i genitori lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, compresi genitori naturali, adottivi, affidatari e genitori single. La principale novità è quindi l’incremento della quota indennizzata rispetto al passato, con una chiara finalità di rafforzare il sostegno alla genitorialità e di promuovere un migliore equilibrio tra sfera lavorativa e familiare.
Secondo Paragrafo
L’erogazione dell’indennità avviene tramite l’INPS e il calcolo dell’80% della retribuzione si basa sulla media delle ultime buste paga del lavoratore. Il diritto ai 3 mesi indennizzabili è riferito a ciascun figlio e può essere liberamente ripartito tra i genitori, sia in modalità consecutiva che frazionata. Se uno dei genitori non lavora o è un lavoratore autonomo, il diritto può essere interamente fruito dall’altro genitore. Per i genitori single, l’intero periodo è attribuibile senza necessità di divisione. Le procedure per la richiesta sono digitalizzate: è necessario presentare domanda sul portale INPS con almeno 15 giorni di preavviso, allegando specifica documentazione come documento di identità, codice fiscale e certificati relativi al minore. In caso di difficoltà nell’accesso online, è possibile rivolgersi ai patronati o al servizio clienti INPS per assistenza nella presentazione della domanda.
Terzo Paragrafo
La Legge di Bilancio 2025 intende facilitare ulteriormente la conciliazione tra lavoro e famiglia, sostenendo la natalità e valorizzando la pluralità delle famiglie, incluso il riconoscimento pieno dei diritti delle famiglie monoparentali. Terminati i 3 mesi indennizzati all’80%, è comunque possibile richiedere ulteriori periodi di congedo parentale, seppur con un’indennità ridotta (normalmente al 30%). La normativa tutela il lavoratore da discriminazioni connesse all’uso del congedo e offre flessibilità nella fruizione, garantendo la possibilità di dividere i periodi non consecutivamente e di trasferire il diritto anche in caso di cambio datore di lavoro, purché rimanga lo status di lavoratore dipendente. In sintesi, la riforma del congedo parentale INPS per il 2025 mira a rendere più efficace, inclusivo ed equo il welfare familiare italiano, promuovendo una reale parità di genere e una partecipazione condivisa nella cura dei figli.