Paragrafo 1
La mobilità del personale docente per l’anno scolastico 2025/26, secondo i dati ufficiali diffusi dal Ministero dell’Istruzione e dalla CISL Scuola, restituisce una fotografia dettagliata delle dinamiche interne del sistema scolastico italiano. In totale, sono stati effettuati 72.177 movimenti riguardanti insegnanti, suddivisi tra trasferimenti volontari (40.339), domande condizionate (2.709), movimenti d’ufficio (21.100), passaggi di cattedra (1.509) e passaggi di ruolo (6.460). Questi dati testimoniano una mobilità in lieve aumento rispetto all’anno precedente, fenomeno attribuibile sia alla maggiore stabilizzazione dei contratti a tempo indeterminato sia alle recenti modifiche nei criteri di valutazione delle domande. Nonostante la digitalizzazione dei processi tramite il portale Istanze Online, la complessità normativa e la presenza di vincoli territoriali permangono ostacoli per molti insegnanti. La pubblicazione puntuale delle tabelle con i dati aggiornati permette un confronto trasparente, utile sia per il personale docente che per le organizzazioni sindacali coinvolte nelle trattative. Restano centrali, tuttavia, i problemi di copertura delle cattedre e di continuità didattica, specialmente nelle regioni settentrionali e per alcune discipline quali materie STEM e sostegno.
Paragrafo 2
Analizzando le diverse tipologie di mobilità, emergono peculiarità e problematiche specifiche: i movimenti a domanda, per esempio, riflettono la volontà dei docenti di migliorare la propria posizione lavorativa o di conciliare esigenze personali come il ricongiungimento familiare. Le domande condizionate permettono ai docenti che hanno perso la titolarità per riduzione di organico di sperare in un rientro nella propria sede. I movimenti d’ufficio, che hanno coinvolto oltre 21.000 insegnanti, spesso causano disagio e incertezza, dato che vengono disposti per esigenze organizzative e possono costringere i docenti a spostamenti anche molto distanti da casa. Particolare rilevanza hanno inoltre i passaggi di cattedra e di ruolo, strumenti utili per la valorizzazione delle competenze trasversali e per la copertura di discipline in carenza di organico, ma ancora penalizzati da vincoli burocratici stringenti e poca flessibilità normativa. Al termine della mobilità, rimangono scoperti oltre 52.000 posti, soprattutto in regioni del Nord e in settori disciplinari nevralgici, aggravando il ricorso alle supplenze annuali e penalizzando la continuità didattica.
Paragrafo 3
Sul fronte delle proposte migliorative, CISL Scuola individua alcune direttrici fondamentali: occorre rafforzare il coordinamento tra amministrazione centrale, territori e organizzazioni sindacali per rendere più efficace la programmazione degli organici e della mobilità; parallelamente, è necessario intervenire sulla normativa per rendere più flessibile e inclusivo il sistema di passaggi e trasferimenti, superando vincoli rigidi e prevedendo percorsi di aggiornamento digitali gratuiti per tutto il personale. Particolare attenzione andrebbe posta alla riduzione dei movimenti d’ufficio, alla valorizzazione delle esigenze personali (genitorialità, residenza), così come alla copertura tempestiva dei posti vacanti con procedure di reclutamento più snelle. In conclusione, la mobilità 2025/26 conferma il bisogno di una riforma che mantenga trasparenza, equità territoriale e valorizzazione professionale come pilastri imprescindibili del sistema scolastico italiano. Gli esiti delle graduatorie per supplenze annuali e le nuove assunzioni rappresenteranno il prossimo banco di prova per il rilancio della scuola pubblica e delle politiche di gestione strategica del personale docente.