Google AI Mode: scontro tra editori USA e Big Tech su traffico, ricavi e diritti di contenuto

Google AI Mode: scontro tra editori USA e Big Tech su traffico, ricavi e diritti di contenuto

Il recente lancio di Google AI Mode negli Stati Uniti ha innescato un acceso scontro tra gli editori e il colosso tecnologico. Questa nuova funzionalità, inserita nella ricerca Google, consente agli utenti di ottenere risposte sintetiche istantanee generate dall'intelligenza artificiale, basate su contenuti presi da diverse fonti, tra cui articoli giornalistici. La News/Media Alliance, che rappresenta oltre duemila testate americane, accusa Google di aver messo in atto un vero e proprio furto di contenuti, sostenendo che il sistema riduca drasticamente il traffico ai siti d'informazione e, di conseguenza, colpisca in modo serio i ricavi pubblicitari degli editori. La protesta si concentra anche sull'assenza di un'opzione di opt-out efficace, che permetta agli editori di escludere i propri contenuti dall'utilizzo da parte dell'IA, aggravando ulteriormente la situazione e limitando la libertà d'impresa dei media tradizionali.

La perdita di traffico da Google Search è stata segnalata con cali che variano dal 20% al 40%, incidendo negativamente su entrate pubblicitarie e visibilità di contenuti specialistici e di qualità. La mancanza di compensazioni economiche e la riduzione dei clic verso gli articoli originali mettono a rischio la sostenibilità delle testate, in particolare di quelle indipendenti o locali, con potenziali conseguenze negative per il pluralismo e la qualità dell'informazione. Gli editori temono l'omologazione e la polarizzazione del mercato a vantaggio dei giganti digitali, elementi che possono impoverire l'ecosistema mediatico e indebolire la democrazia. Di fronte alle critiche, Google sostiene di valorizzare le fonti autorevoli e di garantire riconoscimenti, ma questo non soddisfa gli editori che chiedono misure concrete e trasparenti di compensazione.

La controversia assume una portata globale, coinvolgendo anche l'Europa e altri paesi dove si discute di normative specifiche per la compensazione dei contenuti usati dall'intelligenza artificiale. Gli editori propongono l'introduzione di meccanismi di opt-out selettivo, negoziazioni di licenze collettive e trasparenza sull'uso e la remunerazione dei contenuti, per tutelare il lavoro giornalistico e garantire un'informazione indipendente. Il futuro dell'editoria nell'era dell'IA dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e diritti d'autore, per preservare un ecosistema informativo variegato e sostenibile, fondamentale anche per la qualità della democrazia.

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