Rinvenute in Australia le più antiche impronte di rettile: una scoperta che riscrive la storia dell’evoluzione dei vertebrati terrestri

La recente scoperta in Australia delle impronte fossili più antiche attribuite a rettili, datate a circa 355 milioni di anni fa, rappresenta una svolta nella conoscenza dell'evoluzione dei vertebrati terrestri. Questa datazione anticipa di 35 milioni di anni l'origine dei rettili rispetto alle stime precedenti, modificando profondamente la nostra comprensione della colonizzazione terrestre da parte di questi animali. Scoperte da due paleontologi dilettanti in un sito sedimentario ben conservato, le impronte mostrano una morfologia tipica di rettili completamente adattati alla vita sulla terraferma, con dita e artigli distinti. La ricerca, svolta dall'Università di Uppsala e pubblicata su Nature, ha ricevuto ampio consenso nella comunità scientifica internazionale, sottolineando l'importanza di un rigoroso approccio metodologico e della collaborazione tra amatori e specialisti. Le analisi delle tracce rivelano dettagli significativi sul comportamento locomotorio e sulle strategie adattative di questi primi rettili, aprendo nuove prospettive sugli eventi evolutivi del Devoniano superiore. Il contesto australiano, con la sua geologia favorevole e ricca di formazioni fossili, si conferma un laboratorio naturale di primaria importanza per ricostruire la storia preistorica. Le impronte forniscono informazioni cruciali non solo sulla morfologia, ma anche sulle interazioni ecologiche e sulle dinamiche ambientali del passato remoto, integrando le conoscenze ottenute dai reperti scheletrici. Complessivamente, questa scoperta ridefinisce le tempistiche evolutive, suggerendo una più rapida e precoce espansione dei rettili sulla terraferma, e sottolinea il valore della ricerca collaborativa e multidisciplinare nel campo della paleontologia, aprendo la strada a future indagini e approfondimenti sullo sviluppo dei vertebrati terrestri.