
Un'aurora verde illumina Marte: la scoperta rivoluzionaria del rover Perseverance
Nel maggio 2025, il rover Perseverance della NASA ha documentato per la prima volta un'aurora verde direttamente dalla superficie marziana, evento mai osservato in precedenza. Questa scoperta, coordinata dalla ricercatrice Elise Knutsen, segna una svolta significativa nella comprensione degli eventi atmosferici di Marte, evidenziando come l'interazione tra l'atmosfera del pianeta rosso e l'attività solare sia molto più complessa di quanto si pensasse. Le immagini raccolte mostrano un fenomeno che, contrariamente alle aurore terrestri, si manifesta su vaste porzioni del cielo marziano grazie all'assenza di un campo magnetico globale e alla peculiarità dei campi magnetici residui nel suolo. L'aurora verde è dovuta alla presenza di ossigeno atomico che, eccitato dalle particelle energetiche provenienti da un'espulsione di massa coronale solare, emette luce a lunghezze d'onda specifiche. Questo evento atmosferico, raro e intenso, fornisce nuove chiavi di lettura sul comportamento dell'atmosfera marziana e sulla sua vulnerabilità alle tempeste solari. Le differenze fondamentali tra le aurore di Terra e di Marte riguardano nondimeno la diffusione geografica, i colori predominanti e la natura dei campi magnetici coinvolti. L'importanza scientifica della scoperta è sottolineata dalla pubblicazione su Science Advances, dove il team guidato da Knutsen ha presentato l'analisi dettagliata dei dati. Questo successo rappresenta anche un avanzamento tecnologico grazie agli strumenti sofisticati di Perseverance, aprendo la strada a ulteriori ricerche e osservazioni di fenomeni atmosferici transitori su altri corpi planetari. La possibilità di studiare direttamente tali aurore dal suolo marziano consolida la missione Mars 2020 nel ruolo di protagonista nell'esplorazione planetaria e pone le basi per future missioni, anche umane, che dovranno tenere conto di queste condizioni ambientali. In conclusione, la scoperta dell'aurora verde su Marte arricchisce il patrimonio conoscitivo della fisica planetaria e offre nuove prospettive di studio sulle interazioni Sole-pianeta, con aspettative di ulteriori osservazioni e collaborazioni internazionali per monitorare fenomeni simili in futuro.