Italia e imprenditorialità: luci e ombre nel Rapporto Gem 2025. Un'analisi approfondita sul 34° posto nella classifica globale

Italia e imprenditorialità: luci e ombre nel Rapporto Gem 2025. Un'analisi approfondita sul 34° posto nella classifica globale

Il Rapporto Gem 2025, una delle analisi più autorevoli a livello mondiale sull'imprenditorialità, ha confermato l'Italia al 34º posto nella classifica globale, evidenziando un Paese in bilico tra vecchie criticità e segnali di innovazione. La propensione imprenditoriale italiana è influenzata da fattori storici e strutturali, quali una cultura imprenditoriale non ancora diffusa, ostacoli burocratici, difficoltà di accesso al credito e un ecosistema innovativo meno coeso rispetto ad altre economie avanzate. Nonostante ciò, il tasso di attività imprenditoriale nelle fasi iniziali (TEA) è aumentato dal 2% nel 2020 al 9,6% nel 2024, segno di un rinnovato dinamismo soprattutto tra i giovani, anche se spesso motivato da necessità più che da opportunità. nnIl settore manifatturiero, tradizionalmente pilastro dell'economia italiana, ha subito una contrazione drastica di circa il 75-80% rispetto al 2010, con conseguenze negative sull'occupazione qualificata e sulla competitività internazionale. Questo declino è attribuibile a delocalizzazioni, scarsi investimenti in ricerca e sviluppo, invecchiamento della forza lavoro e difficoltà di accesso al credito, ponendo la ripresa del manifatturiero come priorità nelle politiche industriali, soprattutto alla luce delle sfide legate alla digitalizzazione e alla sostenibilità. Sul fronte sociale, persiste un marcato divario di genere nell'imprenditoria: le donne avviano nuove imprese con un tasso inferiore del 50% rispetto agli uomini, ostacolate da barriere strutturali quali l'accesso ai finanziamenti, stereotipi di genere e la conciliazione vita-lavoro. Le start up femminili, benché in crescita, rimangono ancora indietro rispetto alla media europea.nnLe strategie suggerite per rilanciare l'imprenditorialità italiana comprendono la semplificazione normativa, il miglioramento dell'accesso al credito, il potenziamento di incubatori e acceleratori, nonché un'educazione imprenditoriale a tutti i livelli scolastici. Inoltre, la promozione specifica delle start up femminili e giovanili tramite incentivi e programmi di mentoring si presenta come fondamentale. Il Rapporto auspica un cambio di passo radicale per posizionare l'Italia entro la top 20 mondiale, valorizzando le diversità e costruendo una cultura imprenditoriale inclusiva e sostenibile. Solo attraverso un impegno condiviso tra settore pubblico e privato sarà possibile affrontare le sfide attuali, trasformandole in opportunità per partecipare attivamente alla nuova economia globale del XXI secolo.

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