
Esami di diritto scritti a mano: la risposta della Victoria University al rischio cheating con l’Intelligenza Artificiale
La Victoria University of Wellington ha deciso di vietare l'uso dei laptop durante gli esami di diritto, imponendo agli studenti di svolgere le prove scrivendo a mano. Questa scelta nasce dall'esigenza di contrastare il cheating tramite Intelligenza Artificiale, sempre più diffuso e difficile da controllare con gli strumenti tradizionali. Il provvedimento, annunciato poco prima della sessione d'esame del maggio 2025, ha suscitato reazioni di sorpresa e preoccupazione fra gli studenti, che si sono detti impreparati per un ritorno repentino a modalità di valutazione più tradizionali. Il Professor Geoff McLay, preside della facoltà, ha sottolineato l'impossibilità di adottare soluzioni tecniche efficaci in tempi brevi e ha difeso la necessità di questa misura immediata, anche se temporanea, per garantire l'integrità accademica. Tuttavia, la mancanza di una tabella di marcia dettagliata su come gestire casi di studenti con difficoltà motorie o DSA ha alimentato incertezze e critiche.
Il provvedimento riflette una sfida globale: l'avanzamento rapido delle tecnologie IA mette in difficoltà le istituzioni accademiche nel mantenere un sistema di valutazione equo e trasparente. Molte università stanno sperimentando soluzioni diverse, tra cui software di proctoring e sistemi di monitoraggio, ma questi strumenti comportano costi elevati, problematiche etiche legate alla privacy e difficoltà nell'implementazione. Tornare all'esame scritto a mano rappresenta quindi una risposta immediata, benché non priva di criticità come il rischio di discriminazione e l'incremento dello stress per gli studenti. Si è aperto un dibattito su come conciliare innovazione tecnologica e tutela dell'integrità, considerando anche le esigenze didattiche e di adattamento del corpo docente.
Guardando al futuro, la Victoria University e altre istituzioni dovranno trovare soluzioni ibride, che coniughino sicurezza, equità e innovazione. Piste possibili includono piattaforme d'esame protette, sistemi biometrici di autenticazione e blockchain della valutazione, capaci di garantire autenticità e originalità degli elaborati. L'esperienza neozelandese funge da laboratorio e stimolo per la comunità accademica internazionale, che anche in altri paesi affronta il problema del cheating IA con strategie diverse. Il principale insegnamento è che nessuna tecnologia deve compromettere i principi di equità e trasparenza, e che solo un equilibrio tra misure tecniche e formazione etica potrà efficacemente contrastare il fenomeno.