Università: 8,5 milioni di euro per il benessere psicologico di studenti e studentesse, via ai nuovi finanziamenti

Università: 8,5 milioni di euro per il benessere psicologico di studenti e studentesse, via ai nuovi finanziamenti

Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha stanziato 8,5 milioni di euro per sostenere il benessere psicologico degli studenti universitari italiani, rispondendo a una vera emergenza che si è aggravata negli ultimi anni. Il nuovo bando, con dotazioni finanziarie tra i 500.000 e gli 800.000 euro a progetto, mira a finanziare iniziative che migliorino la salute mentale, contrastino le dipendenze e prevengano la violenza di genere negli atenei, coinvolgendo non solo le università ma anche enti di ricerca e associazioni del terzo settore. Le domande potranno essere presentate dal 13 giugno al 14 luglio 2025, privilegiando la collaborazione interdisciplinare e l’integrazione di diversi attori della comunità universitaria. I progetti dovranno essere solidi sul piano operativo, avere obiettivi chiari e scegliere metodologie innovative, ponendo enfasi su azioni sostenibili e misurabili nel tempo.

Il bando nasce in un contesto di crescente disagio psicologico tra gli studenti universitari, aggravato dalla pandemia, con ansia, depressione, stress e dipendenze come problemi diffusi. Le cause sono molteplici: pressioni accademiche, incertezza economica e lavorativa, isolamento sociale e discriminazioni. Di qui la necessità di un’azione mirata che preveda potenziamento dei servizi di counseling, programmi di peer education sul tema delle dipendenze, sportelli antiviolenza e iniziative culturali orientate all’inclusione. La strategia consente di promuovere una nuova cultura della prevenzione nei campus, mettendo in rete docenti, studenti, psicologi, enti territoriali e associazioni, e sviluppando ricerche e pratiche innovative a livello nazionale. In parallelo, l’Italia si allinea alle best practice europee adottate ormai stabilmente in diversi sistemi universitari.

L’attesa è che questa nuova linea di finanziamento porti a una diminuzione del drop out universitario, incrementi la partecipazione studentesca e migliori il clima relazionale e accademico. Esperti e istituzioni sottolineano come, per la prima volta, il benessere psicologico sia riconosciuto come elemento strutturale delle politiche accademiche. Per massimizzare l’impatto, le università dovranno puntare su proposte concrete e valutabili, integrando ricerca sociale e attività culturali. Ci si attende che questa svolta produca effetti positivi sia in termini di equità e inclusione, sia come modello replicabile per il futuro, rendendo le università italiane ambienti più sani e accoglienti per le nuove generazioni.

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