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Protocollo CEI-Viminale sui Migranti: L’Intesa che Cambia l’Accoglienza in Italia nel 2025
Il protocollo CEI-Viminale, siglato il 12 giugno 2025, rappresenta una svolta fondamentale nella gestione dell'accoglienza dei migranti in Italia. Nasce dalla collaborazione tra la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e il Ministero dell'Interno, guidato da Piantedosi, con l'obiettivo di superare le criticità delle precedenti politiche migratorie e promuovere una nuova stagione di gestione dei flussi migratori all'insegna di legalità, solidarietà e responsabilità condivisa. L'accordo si struttura in sette punti chiave che toccano aspetti come l'ingresso regolare e monitorato dei migranti, la tutela dei diritti e dei doveri, il coinvolgimento delle comunità locali, percorsi di formazione lavorativa, attenzione ai soggetti vulnerabili e meccanismi di verifica. Il protocollo pone particolare enfasi sulla promozione della cultura della legalità e della solidarietà, riconoscendo che un sistema di accoglienza ordinato e trasparente può aiutare sia la società ospitante che i migranti stessi, favorendo percorsi di integrazione sostenibili e duraturi.
Uno degli aspetti più innovativi dell'accordo riguarda la relazione tra legalità e solidarietà. Per il ministro Piantedosi, è fondamentale che la solidarietà si accompagni al rispetto delle regole, affinché la presenza dei migranti diventi una risorsa per il Paese. L’accordo mira non solo a garantire i diritti, ma anche a sottolineare i doveri dei migranti, valorizzando la migrazione legale tramite corsi di lingua, formazione civica, progetti di inserimento lavorativo e attenzione ai bisogni dei più fragili. Il coinvolgimento delle comunità locali prevede un ruolo attivo delle diocesi e delle associazioni territoriali nella personalizzazione dei percorsi d’integrazione. Questo modello parte dall'esperienza maturata negli ultimi vent'anni, correggendo le carenze precedenti come la mancata inclusione delle comunità e la scarsità di risorse, e prevede trasparenza nella gestione delle risorse e monitoraggio costante dei risultati. Tale impianto promette di rafforzare la coesione sociale e di ridurre i rischi legati ai flussi irregolari, offrendo una narrazione della migrazione più inclusiva e realistica.
Il protocollo viene accolto con favore sia dalle comunità locali che dalle principali associazioni del settore, pur con alcune richieste di maggiore chiarezza nella gestione operativa. La sua durata biennale consente di sperimentare e correggere in corsa eventuali criticità, grazie a una cabina di regia mista e al sostegno di fondi pubblici e di risorse dell’episcopato italiano. Gli effetti attesi sono concreti: una riduzione dei flussi irregolari, una migliore integrazione, una maggiore sicurezza sociale e la possibilità di esportare il modello anche ad altri contesti europei. Sia Zuppi che Piantedosi sottolineano l'importanza di un equilibrio tra solidarietà e legalità come pilastro per la coesione nazionale. In conclusione, il protocollo CEI-Viminale stabilisce nuove prospettive per l'Italia e si candida a diventare una best practice europea nel settore dell’accoglienza, ponendo le basi per un sistema più equo, responsabile ed efficace, capace di rispondere alle sfide migratorie del futuro.