
Terre rare, nuove strette dalla Cina: richiesta di dati segreti per l’esportazione preoccupa l’Occidente
La Cina, controllando la maggioranza della produzione e raffinazione delle terre rare, ha recentemente introdotto restrizioni senza precedenti sulle esportazioni verso l'Occidente. A partire da giugno 2025, le aziende che intendono importare questi materiali devono ora fornire alle autorità cinesi dati tecnici dettagliati, fotografie dei macchinari e delle linee produttive, e spiegazioni esaustive sull’utilizzo finale delle terre rare. Questa richiesta di dati sensibili va ben oltre le precedenti pratiche di licenze e quote, mettendo sotto pressione soprattutto le imprese europee e statunitensi fortemente dipendenti dall'import cinese. Queste restrizioni riflettono una strategia di rafforzamento del controllo su risorse considerate critiche per sicurezza, difesa, tecnologia e industria, e rappresentano un cambiamento strutturale nei rapporti commerciali tra Pechino e l’Occidente.
Le terre rare sono fondamentali per molteplici tecnologie avanzate, inclusi motori elettrici, turbine, dispositivi elettronici e applicazioni militari, rendendo la dipendenza dalle forniture cinesi un punto debole sistemico per Europa e Stati Uniti. L’obbligo di fornire dati altamente sensibili genera un enorme dilemma tra conformità alle leggi d’importazione e protezione del proprio know-how industriale. Molte aziende occidentali stanno quindi tentando di minimizzare la quantità di dati trasmessi, pur rischiando restrizioni o ritardi nelle autorizzazioni all’esportazione. Dal canto loro, le autorità cinesi giustificano le nuove regole con motivazioni di trasparenza e sicurezza, ma di fatto alimentano una crescente asimmetria informativa e un rischio di esfiltrazione di know-how sensibile a favore dell’industria nazionale.
L’impatto economico e strategico di queste politiche è già visibile: i prezzi internazionali delle terre rare sono aumentati, si sono registrati ritardi e incertezze nella catena di approvvigionamento e crescono i timori di strozzature produttive nell’hi-tech e nell’energia. L’Occidente sta accelerando gli investimenti in nuove miniere e nel riciclo, ma per anni la leadership cinese resterà incontrastata. La situazione spinge Europa e Stati Uniti a rafforzare la cooperazione transatlantica e avviare nuove relazioni con altri paesi fornitori, mentre si lavora a strategie di tutela della proprietà industriale. Il futuro delle terre rare, insomma, si giocherà tra nuove regole WTO, incentivi nazionali e una complessa contrattazione geopolitica: la posta in gioco è la sicurezza industriale e tecnologica globale.