
La realtà non è una simulazione: uno studio italiano svela l'impossibilità scientifica dell'ipotesi Matrix
Negli ultimi anni, l’ipotesi che la nostra realtà possa essere una sofisticata simulazione ha guadagnato popolarità tanto in ambito scientifico quanto nel dibattito culturale, complice il successo di opere come Matrix e le teorie filosofiche contemporanee. Tuttavia, un recente studio pubblicato da un team italiano nel giugno 2025 mette in discussione in modo definitivo la possibilità scientifica di questa ipotesi. Gli autori della ricerca hanno adottato un approccio quantitativo innovativo: invece di limitarsi a speculazioni teoriche, hanno calcolato concretamente quale sarebbe l’energia e la potenza computazionale necessaria per simulare anche una versione semplificata della Terra. Avvalendosi di simulazioni Monte Carlo e modelli termodinamici avanzati, lo studio prende in considerazione i limiti imposti dalle attuali leggi fisiche, rendendo la discussione sulla simulazione non solo un esercizio filosofico, ma una questione rigorosamente scientifica.
Lo studio presenta tre scenari di simulazione – completa, intermedia e a bassa risoluzione – ma tutti risultano insostenibili secondo criteri energetici e informatici. Ad esempio, simulare ogni dettaglio dell’universo terrestre al livello delle particelle atomiche richiederebbe più energia di quella sviluppata dal nostro Sole in tutta la sua esistenza. Anche ipotizzando risoluzioni meno dettagliate, la mole di dati da processare e memorizzare arriverebbe a livelli paragonabili alla quantità di informazioni presente nell’intero universo osservato. I risultati delle simulazioni Monte Carlo evidenziano come, anche semplificando drasticamente la realtà, le risorse minime per renderla "virtuale" rimangono di molteplici ordini di grandezza superiori a ogni capacità di calcolo e generazione energetica immaginabile, anche per una civiltà estremamente avanzata. I ricercatori dimostrano che i limiti fondamentali imposti dalla fisica – come il principio di Landauer che collega il trattamento dell’informazione all’energia richiesta – rendono la simulazione della realtà in scala universale una vera impossibilità scientifica.
Di conseguenza, la popolare immagine delle persone "connesse" a una realtà simulata, come in Matrix, si scontra con i rigorosi vincoli della termodinamica e della computazione. Lo scenario immaginato dalla fantascienza, dove un supercomputer orchestra esperienze indistinguibili dalla vita reale, si rivela irrealizzabile non solo dal punto di vista pratico ma anche teorico. L’impatto di questo lavoro supera i confini della fisica, coinvolgendo filosofi, informatici e scienziati cognitivi: mette ordine nel dibattito culturale, separando le suggestioni dalla plausibilità scientifica. Pur lasciando aperte alcune questioni filosofiche sulle percezioni e la natura della coscienza, lo studio italiano suggerisce che la realtà in cui viviamo non può essere spiegata come una simulazione informatica, almeno secondo le leggi che regolano l’universo conosciuto. La forza della ricerca sta proprio nell’imporre dei limiti chiari che, pur non chiudendo la porta alla speculazione filosofica, riportano la discussione sul terreno concreto delle possibilità materiali e scientifiche.