1. Wolfspeed e la crisi dei semiconduttori nel contesto internazionale
Nel 2025, il settore globale dei semiconduttori si trova nel pieno di una crisi strutturale, caratterizzata da una crescente concorrenza internazionale, fluttuazioni della domanda e profonde trasformazioni industriali. Wolfspeed, storica azienda americana con sede a Durham in North Carolina, emerge come un caso simbolo di questo difficile momento. Attiva nella produzione di semiconduttori in carburo di silicio (SiC), materia prima essenziale per tecnologie avanzate e la transizione verso la mobilità elettrica, Wolfspeed si scontra con la pressione competitiva delle multinazionali asiatiche e un calo degli ordini provenienti sia dai settori automotive che dall’elettronica di consumo. Il mercato, infatti, dopo aver beneficiato della digitalizzazione accelerata dalla pandemia da Covid-19, subisce nel biennio 2023-2024 un brusco rallentamento dovuto a saturazione in vari segmenti, tensioni geopolitiche e impennata dei costi di materie prime e manodopera. In questo contesto, Wolfspeed si trova esposta non solo alle difficoltà tipiche dei produttori di chip in crisi, ma anche a problemi interni di gestione, ritardi nell’implementazione di nuovi progetti e un’esposizione finanziaria crescente collegata a investimenti ambiziosi nei nuovi impianti produttivi. Questi fattori hanno eroso la liquidità, aumentando il rischio di insolvenza e facendo perdere fiducia agli investitori.
2. Il fallimento pilotato (Chapter 11) e il ruolo di Apollo Global Management
Per fronteggiare la crisi e cercare una soluzione strutturata, Wolfspeed decide di ricorrere al "fallimento pilotato" previsto dal Chapter 11 della normativa statunitense su bancarotte e ristrutturazioni aziendali. Questa procedura consente all’azienda di continuare a operare durante la riorganizzazione del debito, aprendo la strada al coinvolgimento di creditori strategici e alla protezione di know-how e forza lavoro. Il protagonista centrale di questa operazione è Apollo Global Management, uno dei principali fondi di investimento al mondo, che immette nel piano di salvataggio oltre 2 miliardi di dollari. L’intervento di Apollo prevede l’acquisizione progressiva della maggioranza delle quote aziendali, affiancando nuove strategie finanziarie a un riassetto operativo profondamente orientato all’efficienza e ad una selezione dei progetti produttivi più promettenti. Gli elementi chiave della ristrutturazione includono esdebitazione tramite conversione del debito in capitale azionario, focus sui business core, sviluppo commerciale su nuovi segmenti strategici e attenzione particolare alla salvaguardia dei posti di lavoro, evitando licenziamenti di massa. La sinergia tra capitale, esperienza nella ristrutturazione e revisione industriale punta così a rilanciare la competitività di Wolfspeed sui mercati statunitense ed europeo, fornendo uno standard per eventuali futuri salvataggi nel settore dei semiconduttori.
3. Implicazioni, modellizzazione e prospettive future per Wolfspeed
L’intervento di Apollo e la procedura di Chapter 11 adottata da Wolfspeed non sono solo una risposta contingente: rappresentano anche un modello di salvataggio industriale ampiamente riconosciuto negli USA. Gli azionisti storici risultano meglio tutelati rispetto a uno scenario di liquidazione pura, mentre la continuità della filiera tecnologica viene preservata in un settore considerato strategico non solo per l’economia nazionale ma anche per gli equilibri geopolitici internazionali. Il caso Wolfspeed mostra come il fallimento pilotato possa diventare uno strumento virtuoso se gestito con tempestività e supportato da attori come Apollo, capaci di unire risorse finanziarie e competenze manageriali nella ristrutturazione industriale. In prospettiva, Wolfspeed potrebbe rafforzare la propria leadership nel comparto dei dispositivi a carburo di silicio attraverso nuove alleanze e investimenti focalizzati, contribuendo sia alle politiche di autonomia tecnologica degli Stati Uniti sia al rilancio dell’innovazione industriale. Il processo Wolfspeed va quindi ben oltre il semplice salvataggio di una singola azienda, costituendo un esempio di riferimento per l’intero mercato dei chip nel 2025 e per tutti i soggetti coinvolti nelle strategie di resilienza industriale su scala globale.