
UE: AliExpress sotto accusa per prodotti illegali
La Commissione europea ha messo AliExpress sotto accusa per gravi violazioni del Digital Services Act (DSA), la nuova normativa europea improntata a maggiore responsabilità e trasparenza delle piattaforme digitali. Secondo Bruxelles, la presenza reiterata di prodotti illegali e pericolosi su AliExpress costituirebbe un serio rischio per la sicurezza dei consumatori europei, minando la fiducia nell’intero mercato dell’e-commerce. L’UE, quindi, ha avviato una procedura formale che potrebbe portare a multe milionarie per la piattaforma cinese e riveste un’importanza strategica non solo per l’impatto economico, ma anche per il messaggio che invia ai grandi operatori digitali globali. Questa situazione si inserisce in un contesto di rafforzamento della sovranità digitale europea, dove la protezione degli utenti e la regolamentazione dell’e-commerce sono diventate priorità centrali. Di fronte alle accuse, AliExpress ha dichiarato la volontà di collaborare introducendo nuovi sistemi interni di monitoraggio e trasparenza, puntando a migliorare la propria compliance normativa. Tuttavia, la Commissione rimane in posizione di rigida vigilanza, pronta a far valere gli strumenti sanzionatori previsti dalle nuove regole, allo scopo non solo di correggere eventuali devianze comportamentali, ma anche di stabilire un precedente chiaro nel settore.
Il Digital Services Act rappresenta, infatti, il fondamento della strategia digitale europea ed è pensato per garantire regole uniformi che tutelino consumatori e favoriscano la concorrenza leale nell’online. Tra i punti chiave del DSA figurano la rimozione rapida di contenuti e prodotti illegali, la trasparenza degli algoritmi che guidano la visibilità degli articoli e l’obbligo di adottare meccanismi proattivi di controllo per limitare i rischi sistemici. Le principali criticità emerse su AliExpress comprendono la persistente presenza di prodotti pericolosi o contraffatti, risposte tardive alle segnalazioni degli utenti e insufficienti informazioni sulla natura dei venditori. L’Unione Europea chiede ora che ogni promessa da parte della piattaforma non rimanga solo sulla carta, ma si traduca in impegni giuridici vincolanti e risultati concreti, monitorabili nel tempo. Le sanzioni previste, fino al 6% del fatturato globale, rappresentano un deterrente importante non solo per AliExpress, ma per tutte le grandi piattaforme internazionali attive nel mercato europeo. Il caso, dunque, si configura come un tassello essenziale nella costruzione di un mercato unico digitale più sicuro, inclusivo e affidabile, favorendo l’innovazione responsabile e la fiducia generalizzata degli utenti.
L’impatto della vicenda sarà di vasta portata sia per i consumatori sia per l’intero ecosistema digitale europeo. I primi potranno beneficiare di una maggiore protezione rispetto a prodotti illegali, informazioni più trasparenti sull’origine dei beni e migliori garanzie nel post-vendita. Per gli operatori di settore, invece, aumentano i requisiti di compliance e i costi correlati agli investimenti in tecnologie di monitoraggio, con una spinta verso pratiche di autoregolamentazione sempre più sofisticate. Sul piano della concorrenza, la nuova rigidità regolamentare europea mira a livellare le condizioni tra giganti globali e realtà locali, stimolando innovazione nei sistemi di sicurezza e consolidando la fiducia degli utenti. In conclusione, il caso AliExpress assume valore esemplare poiché consente di testare la reale efficacia delle nuove normative digitali, riaffermando la centralità della collaborazione tra istituzioni e piattaforme nell’era dell’e-commerce globale e ponendo le basi per un futuro digitale europeo più sicuro, inclusivo e trasparente.