Scuola: oltre il buonismo, serve autenticità educativa

Scuola: oltre il buonismo, serve autenticità educativa

Primo paragrafo

Nel corso degli ultimi decenni, la scuola italiana si è confrontata con il dilemma tra buonismo e autenticità educativa, immersa in un sistema dove scorciatoie e strategie di semplificazione sono spesso adottate con l'intenzione di favorire l'inclusione e la serenità degli studenti. Tuttavia, queste soluzioni rischiano di produrre effetti contrari, privando i giovani dell'opportunità di misurarsi con limiti, fatica e momenti di frustrazione essenziali per la crescita personale. Pratiche come la semplificazione dei contenuti, la dilatazione delle verifiche e il ricorso a promozioni quasi automatiche sono diffuse nelle scuole, con il risultato di indebolire la resilienza e la motivazione degli studenti. Ma c'è anche un forte rischio che l'inclusione si trasformi in una modalità superficiale, dove la scuola rinuncia al proprio ruolo educativo trasformandosi in facilitatore, e non più in luogo centrale per lo sviluppo integrale della persona. Questo scenario genera insoddisfazione, una sottile ma crescente infelicità percepibile tra i ragazzi, sintomo di una frattura nel rapporto tra adulti e giovani all'interno delle istituzioni formative.

Secondo paragrafo

A fronte di questi squilibri, aumentano significativamente i casi di ansia, disagio e veri e propri crolli psicologici tra gli studenti, soprattutto nell'ultimo anno delle scuole superiori. Le statistiche indicano una crescita delle richieste di supporto psicologico, segnalando fenomeni di panico, blocchi emotivi e forte insicurezza di fronte alle aspettative e ai giudizi, sia da parte della scuola che dell'ambiente familiare. L'eccessiva protezione, unita alla mancanza di occasioni reali di confronto con la difficoltà e il fallimento, impedisce ai ragazzi di sviluppare la maturità e l'autonomia richieste dalla vita. L'insegnante, spesso relegato al ruolo di semplice facilitatore, rischia di perdere la propria autorevolezza e capacità di essere un adulto di riferimento. Le soluzioni attuali, fondate su sconti e deroghe, si rivelano inefficaci, poiché non scalfiscono il problema alla radice: la necessità di una relazione educativa autentica e di un accompagnamento adulto che sappia essere punto di riferimento sia nei successi che nelle crisi, senza ricorrere a un buonismo sterile.

Terzo paragrafo

Gli studenti, infatti, chiedono esplicitamente una scuola più umana, fondata sulla presenza reale di adulti capaci di ascolto, autenticità e fermezza anche nel saper dire dei "no" costruttivi. Superare l'approccio del "buonismo" significa valorizzare il fallimento come parte del percorso di crescita personale, premiare non solo la performance ma anche l'impegno e il cammino individuale. Sono auspicabili, quindi, strategie che prevedano una formazione più attenta degli insegnanti sul piano relazionale, l'istituzione di sportelli di ascolto psicologico, la revisione dei criteri di valutazione e la creazione di spazi di dialogo non vincolati dalla rigidità didattica. Solo attraverso la riscoperta dell'autenticità nella relazione educativa sarà possibile restituire senso alla scuola, prevenire l'insorgere di ansia e insoddisfazione e trasformare l'istituzione scolastica in un luogo di reale crescita umana e sociale. La sfida per il futuro risiede nel mettere nuovamente al centro la presenza autorevole e accogliente dell'adulto, capace di accompagnare ogni studente verso una maturazione integrale.
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