
Netanyahu verso la tregua: svolta e nuove elezioni
Il panorama politico israeliano sta vivendo una fase di importanti trasformazioni, guidate dall’ipotesi di una tregua prolungata a Gaza e dal possibile allontanamento della coalizione di governo dai partiti ultranazionalisti religiosi. Netanyahu, dopo aver rinsaldato la propria immagine di leader grazie al recente confronto con l’Iran, si trova ora in bilico tra la necessità di consolidare il consenso interno e le forti pressioni internazionali per un cessate il fuoco. La tregua di due mesi proposta per la Striscia di Gaza rappresenta una svolta, che potrebbe arrestare temporaneamente le operazioni militari, favorire lo scambio di prigionieri e permettere l’arrivo di aiuti umanitari, mentre si avvierebbero negoziati indiretti su sicurezza e stabilità.
Parallelamente, Netanyahu starebbe valutando l’uscita dalla lunga alleanza con gli ultranazionalisti religiosi, sostenendo invece l’apertura verso forze più moderate di centro e centrodestra. Questa strategia mira a recuperare il sostegno dell’elettorato stanco delle tensioni prolungate e desideroso di maggiore stabilità, come rilevato dai sondaggi recenti che però non garantiscono al premier una maggioranza schiacciante. La prospettiva di elezioni anticipate entro il 2025 si fa sempre più concreta: il percorso prevederebbe la formalizzazione della tregua, la rottura controllata con gli alleati più radicali e la costruzione di una nuova coalizione moderata. Questo scenario avrebbe ampio riscontro anche a livello internazionale: Stati Uniti, Unione Europea e Stati regionali accoglierebbero favorevolmente una fase di minore conflittualità, incentivando soluzioni durature.
Tuttavia, lo scenario resta incerto e aperto a diverse evoluzioni. Netanyahu si muove su un crinale rischioso: dovrà dimostrare di saper gestire una transizione equilibrata tra sicurezza, diplomazia e inclusività politica, consapevole che la partita delle elezioni e della tregua a Gaza ridefinirà il suo futuro e quello di Israele. Resta infatti da vedere se la coalizione reggerà a questi mutamenti e se la società israeliana, profondamente provata dal conflitto, riconoscerà in Netanyahu il costruttore di una nuova stabilità. La prossima stagione politica israeliana, dunque, vedrà al centro i temi della tregua, delle alleanze e della capacità di rispondere alle pressanti esigenze di sicurezza, convivenza e dialogo tanto interne quanto internazionali.