Permessi retribuiti per supplenti: nuove regole e autocertificazione

Permessi retribuiti per supplenti: nuove regole e autocertificazione

Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro per il personale scolastico 2024 ha introdotto importanti novità riguardanti i permessi retribuiti per i supplenti. Con l’art. 35 comma 12 del CCNL Istruzione e Ricerca, viene sancito il diritto per docenti, educatori e personale ATA, con contratti a tempo determinato sino al 30 giugno o 31 agosto, a beneficiare fino a tre giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari. Il nuovo sistema supera vecchie rigidità e disparità tra personale stabile e precario, garantendo anche ai supplenti annuali o temporanei la possibilità di conciliare i propri bisogni personali con le esigenze lavorative senza perdita di retribuzione o anzianità di servizio. Altra significativa innovazione consiste nell’introduzione della facoltà di autocertificare le motivazioni del permesso, in linea con la normativa sulla semplificazione amministrativa e con una crescente attenzione alla privacy e alla fiducia nei confronti del personale.

Una delle principali novità riguarda quindi la modalità di documentazione della richiesta: non più soltanto certificazioni esterne o motivate rigidamente (ad esempio per lutti o gravi motivi di salute), ma semplice autocertificazione ai sensi del d.p.r. 445/2000, così come chiarito dall’ARAN. Questo passaggio snellisce notevolmente le formalità e amplia la discrezionalità del lavoratore nella valutazione dei propri bisogni familiari e personali. Particolare attenzione è riservata al personale ATA che, contrariamente ai docenti, può usufruire dei tre giorni di permesso anche in forma oraria, grazie a una flessibilità ulteriore adattabile alle esigenze del servizio amministrativo, tecnico o ausiliario. La procedura pratica prevede compilazione di appositi moduli, dichiarazione scritta della causale personale/familiare, allegazione dell’autocertificazione e autorizzazione dirigenziale: il tutto nel rispetto della trasparenza, della privacy e delle regole di istituto. La documentazione dovrà sempre essere veritiera, dato che la legge punisce autocertificazioni false con sanzioni disciplinari e penali.

ARAN ha ribadito inoltre il principio della “libertà motivazionale”: i permessi non devono più essere giustificati con casistiche rigide, ma possono basarsi su una valutazione individuale e soggettiva del bisogno di assentarsi. Resta ferma la facoltà del dirigente scolastico di controllare congruità e completezza delle richieste, ma solo in presenza di situazioni anomale o eccessivamente ripetitive. Questa nuova disciplina segna un miglioramento concreto nella qualità della vita lavorativa degli operatori scolastici, contribuendo a una scuola più moderna e attenta ai reali bisogni delle persone. L’aggiornamento delle regole richiede corresponsabilità fra lavoratori, segreteria e dirigenza: fondamentale restare informati sulle nuove norme, compilare le richieste in modo accurato e rispettare i regolamenti interni per una gestione efficace, equa e trasparente delle assenze. In sintesi, la riforma dei permessi retribuiti per supplenti rappresenta un passo avanti sia per i diritti sia per l’efficienza amministrativa nel contesto scolastico italiano.

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