
Scuola italiana: bilancio agrodolce del 2024/25 secondo Castellana (Gilda): tra precariato, stipendi bassi e violenza sugli insegnanti, i nodi irrisolti del sistema
L’anno scolastico 2024/25 si è chiuso con un quadro complesso e ambivalente per la scuola italiana, evidenziato dal coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Vito Carlo Castellana. Nel suo bilancio definito "agrodolce", emergono problemi annosi come il precariato che coinvolge oltre 200.000 insegnanti, ostacolando la continuità didattica e la stabilità del sistema. Gli stipendi degli insegnanti restano tra i più bassi in Europa, con un impatto negativo su motivazione e capacità di attrarre nuovi talenti. La violenza nei confronti del personale scolastico aumenta sistematicamente, creando un ambiente di lavoro insicuro e degradando il ruolo sociale degli insegnanti. Allo stesso tempo, gli investimenti sono insufficienti, con carenze infrastrutturali, tecnologiche e formative che compromettono la qualità dell’istruzione e l’inclusione.
La combinazione di precariato, stipendi bassi, violenza e limitate risorse si riflette pesantemente sulle condizioni lavorative degli insegnanti, aggravando il carico burocratico, le classi sovraffollate e la mancanza di riconoscimento. Castellana sottolinea l’urgenza di strategie concrete: stabilizzazione dei precari, adeguamento salariale, piano di contrasto alla violenza e un significativo aumento degli investimenti per riportare l’Italia ai livelli europei. La Gilda degli Insegnanti si impegna a proseguire le sue battaglie per valorizzare la professione e migliorare la scuola, opponendosi a un declino educativo che mette a rischio il futuro del Paese.
In conclusione, il bilancio 2024/25 descrive una scuola italiana resiliente ma in sofferenza, che sopravvive grazie allo sforzo quotidiano di docenti nonostante condizioni gravose. Le parole chiave del futuro sono stabilizzazione, riconoscimento, sicurezza, investimenti e valorizzazione. Solo con scelte coraggiose e un impegno congiunto tra politica e società sarà possibile trasformare la crisi in opportunità, garantendo una formazione di qualità e un ambiente dignitoso per chi costruisce la crescita culturale e civile dell’Italia.