
Docenti precari in Italia: tutti i numeri del 2023/2024. Analisi dei dati ufficiali dal Portale Unico della Scuola
Il 30 giugno 2025 sono stati pubblicati dati aggiornati sui docenti supplenti per l'anno scolastico 2023/2024, grazie al Portale Unico dei Dati della Scuola, strumento che offre trasparenza sul precariato docente. Questo ha permesso di stimolare un dibattito pubblico più informato e di approfondire temi di grande rilevanza per la scuola italiana. Il portale consente di analizzare numeri e tendenze su personale di ruolo e non di ruolo, con dettagli per regione, ordine di scuola e grado d'istruzione, riflettendo anche l'importanza della trasparenza nella gestione degli organici.
L'analisi dei dati evidenzia una diminuzione di circa 5.000 docenti supplenti rispetto all'anno precedente, un segnale positivo che però non elimina le criticità legate al precariato. Permangono quasi 37.000 insegnanti su spezzoni orario, una situazione complessa che genera difficoltà organizzative e riduce la stabilità lavorativa. La distribuzione del precariato varia tra i diversi ordini scolastici, con particolare incidenza nelle scuole secondarie e nell’area del sostegno, dove la carenza di insegnanti specializzati alimenta un ricorso frequente a supplenti senza titolo. La situazione varia anche territorialmente, evidenziando disuguaglianze e problematiche specifiche.
Le cause del precariato sono strutturali e legate a turn over non bilanciati, procedure concorsuali lunghe, cambiamenti demografici e mancanza di pianificazione organici. La sottosegretaria Paola Frassinetti ha avuto un ruolo importante nel promuovere la trasparenza e la pubblicazione dei dati, che sono strumenti fondamentali per indirizzare politiche efficaci. Le strategie per ridurre il fenomeno includono aumento e semplificazione dei concorsi, stabilizzazione degli insegnanti e migliore programmazione. Pur con segnali di miglioramento, il precariato resta uno dei principali nodi della scuola italiana e richiede un impegno condiviso per garantire qualità e continuità educativa.