
Patto Rimpatri UE: Nove Paesi Europei Spingono per una Riforma delle Espulsioni dei Migranti Irregolari Coinvolti in Reati Gravi
Il Patto Rimpatri UE nasce dall'urgenza di affrontare l'immigrazione irregolare in Europa, proponendo una riforma delle norme che attualmente ostacolano l'espulsione di migranti coinvolti in reati gravi. Nove Paesi, tra cui l'Italia in prima linea, uniscono le loro forze per modificare la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU), al fine di snellire le procedure di rimpatrio e rafforzare l'ordine pubblico, cercando un bilanciamento tra tutela dei diritti umani e sicurezza. La proposta mette in luce le difficoltà operative e giuridiche legate a flussi migratori importanti, con dati che evidenziano l'esposizione dell'Italia e altri Stati ai flussi irregolari. Si punta a installare criteri più rigorosi per l'espulsione di persone autrici di gravi reati e a migliorare la cooperazione tra Stati membri. Tuttavia, le criticità sono rappresentate dal rischio che la revisione della CEDU possa limitare garanzie fondamentali, con tensioni tra la salvaguardia dei diritti umani e le esigenze di sicurezza collettiva. Il ruolo della Corte di Strasburgo è centrale, con molte critiche alle sue sentenze ritenute troppo vincolanti. Il futuro della proposta è incerto, con possibili impatti significativi sulla politica migratoria europea e sulle relazioni internazionali, richiedendo un attento equilibrio tra giustizia, sicurezza e dignità umana.