
AI Act: Le Preoccupazioni delle Aziende Europee e il Futuro dell'Innovazione Tecnologica
L’introduzione dell’AI Act nel luglio 2025 ha acceso un dibattito acceso tra imprese, regolatori e mondo accademico europeo, poiché oltre 110 aziende, tra cui ASML, SAP, Airbus e Mistral AI, hanno richiesto una sospensione dell’applicazione della normativa. L’AI Act intende regolamentare lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale in Europa, classificando i sistemi AI in base al rischio e imponendo severe misure di trasparenza, audit e controllo. Tuttavia, le imprese lamentano come le regole restrittive, la mancanza di linee guida operative dettagliate e l’aumento di costi e burocrazia possano rallentare o soffocare l’innovazione tecnologica nel continente. Il fronte delle 110 aziende sottolinea la necessità di una moratoria di almeno due anni per poter adeguare i propri processi, sviluppare competenze e definire linee guida chiare, evitando conseguenze negative che potrebbero ripercuotersi soprattutto sulle PMI e startup meno strutturate. Questa posizione riflette il rischio di una perdita di competitività globale dell’ecosistema europeo, che si troverebbe a dover competere con mercati come gli USA e l’Asia, dove la regolamentazione è più flessibile e supportata da investimenti pubblici massicci. L’assenza di chiarezza normativa rende difficile per le aziende pianificare investimenti e sviluppo, mentre la complessità delle norme potrebbe premiare solo i grandi attori, acuendo il divario tecnologico interno. Il bilanciamento fra tutela dei cittadini e capacità innovativa è quindi cruciale. La Commissione europea ha un ruolo strategico nel rivedere e affinare l’AI Act in modo che sia sostenibile per l’intero ecosistema, favorendo una crescita tecnologica responsabile ma senza compromettere la competitività globale europea.