
L’invecchiamento non porta sempre infiammazione
Il concetto tradizionale che associa l'invecchiamento a un inevitabile aumento dell'infiammazione nel sangue è stato messo in discussione da uno studio internazionale del 2025. Analizzando oltre 2.800 persone in Italia, Singapore e popolazioni indigene come i Tsimanè, i ricercatori hanno trovato che la relazione tra età avanzata e infiammazione non è universale ma fortemente influenzata da fattori ambientali e stili di vita. Nei contesti urbani moderni come Italia e Singapore, l’incremento infiammatorio corrisponde a maggior fragilità e patologie croniche, mentre nelle popolazioni indigene l’infiammazione cronica è molto meno marcata nonostante l’esposizione ad infiammazioni acute dovute a infezioni. Questo quadro indica come dieta, attività fisica e coesione sociale possano modulare i processi di invecchiamento, contrastando le malattie legate all’infiammazione cronica.
Lo studio ha enfatizzato le differenze tra società urbanizzate e comunità tradizionali. Gli anziani in Italia e Singapore seguono diete ricche di grassi saturi e zuccheri con stili di vita più sedentari e un maggiore isolamento sociale, elementi che favoriscono infiammazione e malattie croniche. Al contrario, i Tsimanè praticano una vita attiva all’aria aperta, consumano alimenti naturali e vivono in comunità coese, mantenendo così bassi i livelli infiammatori nel tempo. Questo “paradosso Tsimanè” evidenzia come infiammazione acuta e cronica abbiano impatti diversi sulla salute e mostra il potenziale protettivo di un modello di vita ancestrale per il benessere nell’età avanzata.
Le implicazioni della ricerca suggeriscono che non è la biologia a determinare irrevocabilmente l’incremento infiammatorio con l’età, ma l’ambiente e le scelte di vita. Una dieta ricca di fibre e povera di alimenti processati, insieme a regolare attività fisica e reti sociali solide, possono rallentare o prevenire l’infiammazione cronica e le relative malattie. Si prospettano quindi approcci di prevenzione basati su modifiche dello stile di vita e politiche pubbliche mirate a promuovere salute e qualità della vita. In futuro, un approccio multidisciplinare integrerà genetica, medicina e antropologia per approfondire come l’invecchiamento possa essere gestito in modo più sano e attivo, sfidando modelli di vecchiaia tradizionali e aprendo la strada a una nuova medicina dell’invecchiamento.