Dazi e politica economica: Meloni tra la pressione di Berlino e la strategia europea

Dazi e politica economica: Meloni tra la pressione di Berlino e la strategia europea

Il contesto internazionale prevede per il 2025 un forte riemergere dei dazi commerciali tra Stati Uniti ed Europa, con la Germania che sceglie una via autonoma anticipando negoziati diretti con Washington per tutelare la sua potente industria exportatrice, specie automotive e meccanica. Questo movimento tedesco mette in crisi la tradizionale strategia europea, fondata sul negoziato unitario promosso dalla Commissione di Ursula von der Leyen, e pone l’Italia di Giorgia Meloni davanti a un bivio strategico: aderire all’unità europea o tentare un dialogo diretto con gli USA, rischiando isolamento. La frammentazione rischia di penalizzare il sistema produttivo italiano, specialmente nei settori di moda, agroalimentare, automotive e meccanica, riducendo la competitività e l’accesso al mercato americano favorendo invece Berlino. Meloni deve valutare tra tre strade: seguire l’Europa, trattare bilaterale o mediare per evitare la disgregazione del mercato unico Europeo. Von der Leyen insiste sull’importanza di mantenere l’unità per preservare la forza contrattuale del continente, ma la pressione delle iniziative nazionali mette a rischio questa coesione. A livello interno, la questione è delicata e oggetto di tensioni politiche e sociali, con l’opposizione e le categorie economiche attente a tutelare le imprese italiane. La partita che si gioca è fondamentale per definire la politica economica e commerciale italiana nei prossimi anni e la tenuta della coesione europea: solo una diplomazia attiva e coordinata potrà garantire un futuro solido all’export nazionale e la sopravvivenza del mercato unico in un mondo sempre più protezionista.

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