Carta del docente 2025: tutte le novità per i supplenti e docenti a tempo determinato
La Carta del docente, strumento di sostegno alla formazione continua introdotto nel 2015, subisce una profonda trasformazione a partire dall'anno scolastico 2025/2026 con l'approvazione del decreto n. 45/2025. La novità più rilevante riguarda l'estensione del bonus formazione anche ai docenti con contratto a tempo determinato, includendo quindi i supplenti con incarichi annuali o fino al termine delle attività didattiche. Questa misura, precedentemente riservata esclusivamente ai docenti di ruolo, risponde a esigenze di maggiore equità e valorizzazione professionale, riconoscendo il contributo fondamentale di tutti gli insegnanti nel sistema scolastico italiano. Parallelamente, il decreto stabilisce che l'importo della Carta non sarà più fisso ma definito annualmente dal Ministero dell'Istruzione, con stime preliminari che prevedono cifre tra 400 e 500 euro per i docenti di ruolo e importi proporzionati per i supplenti in base alla durata del servizio.
L'utilizzo del bonus rimane focalizzato sull'aggiornamento professionale e prevede spese ammesse quali acquisto di libri, iscrizione a corsi di formazione, partecipazione a iniziative culturali e acquisto di hardware e software didattici. Dal 2025 è inoltre introdotto un rigoroso obbligo di rendicontazione: tutti i docenti, di ruolo o a tempo determinato, devono caricare entro 90 giorni dalla spesa prove documentali come scontrini e fatture sulla piattaforma ministeriale. Questo sistema mira a garantire trasparenza e a prevenire abusi, con la possibilità di revoca del bonus in caso di utilizzi impropri, produzione di documenti falsi o ritardi nella rendicontazione, comprensiva della restituzione delle somme e di eventuali sanzioni disciplinari.
L’ampliamento della Carta del docente ai supplenti rappresenta un significativo passo avanti nel riconoscimento del valore professionale di tutti gli insegnanti, contribuendo a migliorare la qualità dell'offerta formativa e a contrastare la precarizzazione del lavoro docente. La riforma introduce però anche sfide gestionali, tra cui la necessità di semplificare le procedure amministrative e garantire un’equa ripartizione delle risorse sulla base delle diverse tipologie contrattuali. Nel complesso, questa normativa segna un’importante evoluzione del sistema formativo italiano, rafforzando il ruolo della formazione continua come leva per la crescita professionale e culturale degli insegnanti.