
Educare contro i pregiudizi: Espèrance Hakuzwimana e il valore dell'alunno al centro della scuola italiana
Nel panorama educativo italiano contemporaneo, Espèrance Hakuzwimana Ripanti emerge come una voce significativa nella lotta contro pregiudizi e discriminazioni. La sua esperienza personale, da orfana ruandese adottata in Italia, e il suo percorso formativo la rendono un'importante attivista e scrittrice impegnata a mettere l'alunno al centro della scuola. Nel suo lavoro sottolinea come la scuola debba superare ogni pregiudizio per diventare uno spazio di reale inclusione, valorizzando la singolarità di ogni studente e riconoscendo la complessità delle sue storie, specialmente per chi proviene da contesti migratori o di adozione. L’ambiente scolastico, tuttavia, spesso rimane luogo di discriminazione, soprattutto nei centri dove la diversità è meno presente, con stereotipi che minano l’autostima e il senso di appartenenza degli alunni. Per Hakuzwimana, la centralità dell’alunno implica un cambiamento culturale e metodologico: la scuola deve garantire pari opportunità senza lasciarsi influenzare da etichette o preconcetti, attraverso una formazione continua dei docenti e un aggiornamento dei modelli didattici.
Per combattere quotidianamente i pregiudizi, Hakuzwimana propone azioni concrete come progetti di educazione interculturale, laboratori di narrazione autobiografica e programmi formativi per insegnanti sull’antirazzismo. Questi strumenti favoriscono la costruzione di un clima di classe inclusivo, migliorando la percezione degli studenti verso le diversità. L’autobiografia diventa un efficace strumento pedagogico: raccontare la propria storia aiuta a emanciparsi e a costruire riconoscimento reciproco, liberandosi dalle etichette sociali o culturali imposte. Il ruolo degli insegnanti è cruciale in questo percorso: serve empatia, ascolto e aggiornamento continuo per evitare stereotipi e promuovere una didattica realmente inclusiva. Solo così è possibile prevenire micromessaggi esclusivi e garantire pari dignità a tutti.
L’integrazione scolastica in Italia presenta sfide notevoli con l’aumento di studenti di origine straniera o adottati. Secondo Hakuzwimana, è fondamentale passare da una logica assimilativa a una di accoglienza e riconoscimento delle diversità. Il suo impegno nel movimento “Il Razzismo è una brutta storia” e nelle scuole italiane si traduce in testimonianze, laboratori e collaborazioni che smascherano meccanismi invisibili di pregiudizio e stimolano sensibilità nuove. Educare alla cittadinanza attiva significa adottare strategie come l’uso di materiali inclusivi, discussioni aperte sui temi del razzismo e attività cooperative, unite a un costante monitoraggio del clima scolastico. La conclusione di Hakuzwimana è un invito forte: solo una scuola che mette l’alunno al centro e combatte i pregiudizi potrà costruire un’Italia più giusta e inclusiva, con insegnanti e adulti chiamati a essere protagonisti di questo cambiamento.