
Pensioni anticipate 2025: dubbi sulla finestra dei 3 mesi e rischi per i lavoratori
Il tema delle pensioni anticipate conferma la sua centralità nel dibattito lavorativo in vista del 2025, con un'attenzione particolare alla cosiddetta finestra dei 3 mesi, periodo di attesa obbligatorio tra cessazione del lavoro e primo pagamento della pensione. Tale finestra rappresenta per molti lavoratori un rischio concreto di restare privi di reddito, poiché durante questo intervallo non percepiscono né stipendio né assegno pensionistico. La normativa, nata principalmente dalla Legge Fornero e arricchita da varie quote e strumenti come l'APE Sociale, resta complessa e non ha ancora fornito soluzioni strutturali efficaci per eliminare questa criticità. Il funzionamento della pensione anticipata prevede la cessazione dell'attività lavorativa e la presentazione della domanda all'INPS, ma la finestra di tre mesi ritarda l'effettivo incasso della pensione, causando difficoltà economiche significative a chi non ha risorse alternative. Mancano attualmente misure compensative o di sostegno specifiche per coprire questo periodo di vuoto economico, portando a testimonianze di disagio tra i pensionati. Le procedure amministrative, a volte lente, e la necessità di presentare domanda con anticipo contribuiscono ad aumentare il senso di incertezza. Proposte di riforma, avanzate principalmente dai sindacati, mirano a eliminare o almeno attenuare tale finestra attraverso assegni ponte o semplificazioni; tuttavia, ragioni economiche e politiche ostacolano cambiamenti immediati. La raccomandazione principale per i lavoratori è una pianificazione attenta, supportata da consulenza qualificata, per affrontare il passaggio alla pensione anticipata senza sorprese o difficoltà finanziarie.