Osservata per la prima volta la struttura interna di una stella morente: la scoperta che illumina il destino delle supernove

Osservata per la prima volta la struttura interna di una stella morente: la scoperta che illumina il destino delle supernove

Il 22 agosto 2025 ha segnato una svolta nell'astrofisica con la prima osservazione diretta della struttura interna di una stella morente prima dell'esplosione in supernova, pubblicata su Nature. Grazie all'identificazione di gusci concentrici di elementi pesanti — una caratteristica fino ad ora solo teorizzata — questa scoperta illumina i processi finali che portano alle esplosioni di supernova, fornendo preziose informazioni sull'evoluzione stellare di grandi masse. Le stelle morenti sono corpi celesti che, dopo aver esaurito il loro combustibile nucleare, evolvono in differenti modi a seconda della loro massa; le più massicce terminano la loro vita con esplosioni spettacolari, le supernove. La nuova alfabetizzazione sulle stelle morenti consente di osservare in tempo reale come gli elementi più pesanti si distribuiscono in strati concentrici nel nucleo, confermando modelli teorici decennali.

Lo studio, condotto da Steve Schulze della Northwestern University e Mattia Bulla dell’Università di Ferrara, si è basato su tecniche di osservazione spettroscopica ad alta risoluzione e sull'uso di telescopi avanzati, analizzando dati a diverse lunghezze d’onda per ottenere una fotografia senza precedenti della stella morente. Mattia Bulla ha rivestito un ruolo cruciale nella modellizzazione dei dati, riflettendo anche l’importanza crescente della ricerca italiana in questo campo. L’osservazione diretta della struttura a gusci — simile a strati di una cipolla con elementi dal ferro all’idrogeno — rappresenta un cambio di paradigma nella comprensione della fine della vita delle stelle massicce.

Le supernove, infatti, sono fondamentali per arricchire chimicamente l’universo, diffondendo elementi essenziali per la formazione di nuovi corpi celesti e della vita stessa. La conferma empirica dei gusci concentrici apre a nuove domande e prospettive di ricerca, come la variazione della composizione in base alla massa stellare o l’identificazione di segnali precursori di esplosioni. La comunità scientifica internazionale ha accolto con entusiasmo la scoperta, riconoscendone l’impatto sia teorico sia osservativo. Infine, la scoperta ha anche un grande valore educativo e divulgativo, stimolando l’interesse verso l’astrofisica e richiamando l’attenzione sull’importanza di studiare le stelle morenti per avvicinarsi ai misteri cosmici.

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