Franzo Grande Stevens: l’avvocato che ha segnato la storia industriale e giuridica italiana

Franzo Grande Stevens: l’avvocato che ha segnato la storia industriale e giuridica italiana

Franzo Grande Stevens, scomparso a 96 anni nel 2025, è stato una figura emblematica nella storia giuridica e industriale italiana, il cui nome è indissolubilmente legato alla FIAT e alla famiglia Agnelli. Nato a Napoli nel 1929 e formatosi all'Università di Torino, si è imposto come uno degli avvocati più influenti d'Italia, consolidando un rapporto strategico con la famiglia Agnelli che lo ha visto protagonista in momenti cruciali per il gruppo automobilistico e l'industria nazionale. Con una carriera forense di settant'anni, Grande Stevens ha navigato tra diritto commerciale, societario e fallimentare, diventando un punto di riferimento imprescindibile per la formazione giuridica dei giovani professionisti e per il panorama legale torinese.

La sua versatilità e integrità sono emerse anche nelle cause più controverse, come la difesa dei capi delle Brigate Rosse negli anni '70, una scelta dettata dalla ferma convinzione del diritto di difesa imprescindibile, che ha suscitato polemiche ma anche ampio rispetto nel mondo giuridico. Nel 2003, ha dimostrato un acume strategico notevole nell’operazione finanziaria che salvò la FIAT dalla possibile scalata di investitori esterni, tutelando così l'identità italiana della storica azienda. Il suo ruolo non si è limitato all'attività privata: Grande Stevens ha avuto un impatto significativo nella società torinese, mediando tra poteri economici e politici e contribuendo alla trasformazione culturale del territorio.

L’eredità morale e professionale di Franzo Grande Stevens continua a rappresentare un faro per il diritto italiano. La sua figura, caratterizzata da equilibrio, discrezione e cultura, è ampiamente studiata nelle scuole di giurisprudenza e rappresenta un esempio di avvocatura che pone al centro il ruolo sociale della legge. Oltre il legale, è stato un personaggio storico che ha modellato la storia di Torino e dell'Italia attraverso coraggio, responsabilità e una visione laica e garantista del diritto. La sua morte segna la fine di un’epoca ma lascia un patrimonio duraturo per le generazioni future.

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