Scuola e caldo estremo: come il surriscaldamento globale sta cambiando gli istituti scolastici nel mondo e in Italia
Il surriscaldamento globale è una realtà tangibile che impatta fortemente sugli spazi educativi, imponendo una riorganizzazione delle strutture scolastiche a livello globale. Oltre un miliardo di bambini vive in paesi a rischio climatico estremo, e le ondate di calore frequenti mettono a dura prova la sicurezza, la salute e la produttività di studenti e personale scolastico. In particolare, circa 40 milioni di studenti in Asia e Africa sono costretti a periodi di chiusura o turnazioni a causa delle altissime temperature, con conseguenze negative sulla frequenza e sull’apprendimento. Le scuole, tradizionalmente luoghi protettivi, rischiano quindi di trasformarsi in ambienti poco salubri durante le estati ardenti.
Di fronte a questa crisi, il concetto di "climate-ready schools" si sta affermando come risposta innovativa e sostenibile, con oltre 80.000 scuole in 87 paesi che adottano strategie come il raffrescamento passivo, l'isolamento efficiente, i muri verdi e sistemi di allerta. Un esempio virtuoso è il Brasile, che ha investito significativamente nel raffreddamento delle scuole urbane tramite finanziamenti mirati e tecnologie energetiche rinnovabili. Anche l’Europa indirizza la questione attraverso interventi di edilizia scolastica sostenibile, privilegiando soluzioni ecologiche che limitino l’uso intensivo di condizionatori.
In Italia, però, si registra un ritardo preoccupante: molti edifici scolastici, risalenti a 50 anni fa, non rispondono alle moderne esigenze di climatizzazione e isolamento termico. Carenza di fondi, burocrazia complessa e vetustà strutturale complicano la situazione, specialmente nel Sud e nelle aree interne. Le strategie di adattamento includono efficientamento energetico, ventilazione naturale, aumento delle aree verdi e coinvolgimento attivo delle comunità scolastiche. Fondamentale è anche l’integrazione dell’educazione ambientale nei programmi didattici per formare cittadini consapevoli e capaci di affrontare le sfide climatiche. L’Italia deve accelerare, ispirandosi alle best practice globali, per garantire un futuro sostenibile e salubre alle nuove generazioni, facendo delle scuole un modello di resilienza e innovazione.