Smartphone e adolescenza: il difficile equilibrio tra divieto e educazione secondo Enrico Galiano
Negli ultimi anni l'uso diffuso dello smartphone tra gli adolescenti ha acceso un acceso dibattito sull'educazione digitale in Italia. Questo fenomeno non solo influenza socialmente e psicologicamente i giovani, ma ha anche gravi ripercussioni sulla loro salute mentale, con crescente ansia patologica e casi estremi di disagio giovanile. Enrico Galiano, scrittore e insegnante, propone di vietare lo smartphone fino ai 14 anni per proteggere i minori da questi effetti dannosi e favorire uno sviluppo emotivo e sociale equilibrato. La sua proposta, supportata da molti esperti, mira a limitare la dipendenza dalla tecnologia, ma solleva anche interrogativi sulla sua attuabilità e sulle implicazioni sociali.
Galiano evidenzia l'ansia patologica come un'epidemia tra gli adolescenti, correlata all'iperconnessione e al confronto continuo sui social media, che alimentano solitudine e insicurezza. Il rapporto genitori-figli è spesso caratterizzato da mancanza di regole e dialogo, con genitori disarmati davanti alle richieste dei figli di smartphone, il che amplifica il disagio giovanile. Anche la scuola italiana affronta difficoltà, essendo sovraccaricata di compiti e percepita come poco autorevole, ostacolando un’efficace educazione digitale. Galiano critica inoltre il concetto tradizionale di merito scolastico, che rischia di accentuare le disuguaglianze esistenti.
Per contrastare la dipendenza tecnologica e tutelare la salute mentale degli adolescenti, è necessaria un'educazione digitale integrata, che coinvolga scuola, famiglia e istituzioni. Le strategie suggerite includono la formazione degli adulti, la definizione di regole condivise sull’uso della tecnologia, la promozione di attività offline e percorsi di educazione socio-emotiva. Solo attraverso una rete di sostegno coordinata sarà possibile accompagnare i ragazzi nella crescita consapevole e libera, affrontando le sfide dell’era digitale.