
Rinnovare le Collaborazioni Educative Internazionali: Dal Linguaggio dell’Aiuto alla Sfida della Reciproca Crescita
Le collaborazioni educative internazionali tra istituzioni europee e africane hanno radici storiche profonde che risalgono al periodo coloniale e post-coloniale, caratterizzate inizialmente da modelli assistenzialistici trasformatisi nel tempo in partenariati teoricamente più paritari. Tuttavia, persiste una narrativa dello sviluppo che mantiene un rapporto unidirezionale di potere, dove il Nord globale assume il ruolo dominante di «donatore» e il Sud quello di «beneficiario», influenzando negativamente aspettative e dinamiche partnership. Questo discorso ha limitato la reale reciprocità, favorendo un linguaggio paternalistico che ancora oggi permea le collaborazioni educative, rafforzando stereotipi e marginalizzando le voci africane.
Le asimmetrie di potere tra Nord e Sud globale si manifestano nella gestione delle risorse, nella definizione degli obiettivi progettuali e nella visibilità accademica, con istituzioni europee spesso a guidare progetti e prendere decisioni strategiche. Nonostante la diffusione di programmi di scambio, ricerca collaborativa e capacity building, la leadership tende a rimanere sbilanciata, ostacolando un reale scambio di conoscenze e valorizzazione delle competenze locali. Criticamente, il linguaggio utilizzato nelle partnership educative, fortemente legato all’idea di aiuto, perpetua una visione eurcentricamente superiore, limitando l’ascolto e la valorizzazione delle prospettive africane.
Per superare queste criticità, è necessario un cambio di paradigma verso relazioni basate sulla curiosità, sullo scambio e sulla sfida reciproca. Questo implica riconoscere la pluralità delle conoscenze, promuovere processi decisionali condivisi, sostenere la produzione intellettuale africana e investire in formazione interculturale. Solo attraverso un cambiamento strutturale che abbracci il linguaggio, le strutture e i processi sarà possibile trasformare le collaborazioni da forme assistenziali a spazi di co-creazione e innovazione sociale. La sfida finale è costruire partnership fondate su ascolto e apprendimento reciproco, capaci di generare un sistema educativo globale più equo, arricchente e trasformatore.