
Occupazione: Cresce il Lavoro tra gli Over 50, Giovani Sempre Più Esclusi. Dopo Dieci Anni di Jobs Act Servono Regole Nuove
Il mercato del lavoro italiano nel 2025 presenta un quadro con luci e ombre. Secondo i dati ISTAT, il tasso di occupazione ha raggiunto il 62,8%, segnando un nuovo record storico, mentre il tasso di disoccupazione ha toccato il 6%. Tuttavia, questa crescita occupazionale beneficia quasi esclusivamente gli over 50, con un aumento del 3,2% tra i 50-64 anni, dovuto principalmente all’allungamento dell’età pensionabile, all’esperienza lavorativa valorizzata dalle imprese e ai cambiamenti demografici. In parallelo, i giovani under 35 vedono un calo occupazionale, seppur lieve (-0,5%), ma che nasconde una crisi strutturale più profonda, con un alto tasso di disoccupazione giovanile e una crescente quota di NEET.
Il Jobs Act, introdotto dieci anni fa, ha avuto effetti differenziati: ha incentivato temporaneamente le assunzioni a tempo indeterminato, ma l’impatto positivo si è concentrato sugli over 50, mentre i giovani continuano a soffrire per contratti precari e difficoltà di inserimento. Il mercato del lavoro italiano appare rigido, con un mismatch tra domanda e offerta e scarsa formazione allineata alle esigenze aziendali. Questo sistema limita il ricambio generazionale e mantiene alta la precarietà per i giovani.
Le conseguenze sociali di questa situazione sono drammatiche: aumento dei giovani NEET, riduzione della natalità, spopolamento di alcune aree e fuga dei cervelli all’estero. A livello europeo, l’Italia si colloca tra i paesi con la situazione più critica tra i giovani. Per invertire la tendenza, sono necessarie nuove regole e politiche integrate, puntando su formazione che risponda al mercato, incentivi all’assunzione giovanile, rafforzamento delle politiche attive del lavoro e migliore dialogo tra sistema educativo e mondo dell’impresa. Solo così si potrà costruire un mercato del lavoro più equo e sostenibile per tutte le generazioni.