
Congedo parentale per il personale scolastico: guida completa su diritti, retribuzione e modalità di richiesta
Cos'è il congedo parentale e chi ne ha diritto
Il congedo parentale rappresenta un diritto fondamentale per il personale scolastico, rivolto sia ai docenti sia al personale ATA, che consente di prendersi cura dei figli nei primi anni di vita senza perdere il posto di lavoro. Questo diritto è esteso a tutti i genitori lavoratori nella scuola statale, paritaria o privata, indipendentemente dalla tipologia di contratto (tempo determinato o indeterminato). La normativa distingue il congedo parentale dalla maternità obbligatoria o dal congedo di paternità, configurandolo come uno strumento aggiuntivo che può essere fruito fino ai 12 anni del bambino, anche per genitori separati o divorziati in base alla convivenza con il minore.
Durata e modalità di fruizione
La durata massima del congedo parentale per ogni genitore è di dieci mesi, con la possibilità per il padre di estenderlo a undici mesi se si astiene per almeno tre mesi, incentivando così la condivisione delle responsabilità di cura. La fruizione può essere continuativa o frazionata, consentendo una flessibilità utile per adattarsi alle esigenze familiari e alle diverse fasi di crescita del bambino. L’articolazione del congedo prevede che i periodi goduti da ciascun genitore si sommano nei limiti individuali, con esempi concreti che descrivono il possibile utilizzo mensile del diritto.
Retribuzione e contributi previdenziali
La retribuzione durante il congedo parentale varia in base ai mesi: il primo mese è retribuito al 100%, il secondo e il terzo all’80%, dal quarto al nono al 30%, mentre dal decimo in poi non è previsto compenso, salvo casi particolari. Durante i mesi retribuiti, il lavoratore mantiene il versamento dei contributi previdenziali e il riconoscimento dell’anzianità di servizio, mentre i periodi non retribuiti non maturano questi diritti salvo un eventuale riscatto successivo. Questa scala retributiva si applica uniformemente sia ai docenti sia al personale ATA, evidenziando l’importanza di pianificare con attenzione sia il periodo di assenza sia l’impatto economico collegato.