
Calo delle nascite in Europa: il caso Grecia e i seri riflessi sulla scuola italiana ed europea
L'Europa sta vivendo una crisi demografica senza precedenti, con un calo significativo delle nascite che interessa molti paesi, tra cui Grecia e Italia. Questo fenomeno non solo diminuisce la popolazione generale, ma provoca un impatto profondo sul sistema educativo, con un drastico calo di iscritti e la chiusura di numerose scuole, come nel caso greco dove oltre 750 istituti hanno chiuso per mancanza di studenti. Le cause di questo declino sono complesse e includono fattori economici, precarietà lavorativa e carenza di politiche di sostegno alle famiglie, che innescano un circolo vizioso di spopolamento e declino sociale nei territori coinvolti.
In Italia, il fenomeno si manifesta con una perdita annua di circa 110.000-120.000 studenti, che porta alla riduzione delle classi, chiusure di scuole in zone interne e la necessità di riorganizzare l’intero sistema scolastico. Le risposte istituzionali variano tra i due Paesi: la Grecia ha optato per una razionalizzazione forzata con chiusure e investimenti in didattica digitale, mentre l’Italia propone plessi unici, scuole multiclasse e incentivi alla natalità, sebbene con risultati ancora limitati.
Il calo delle nascite rappresenta quindi una sfida non solo educativa, ma sociale ed economica, che richiede politiche integrate e un ripensamento culturale profondo sul ruolo della famiglia e dell’istruzione. L’integrazione di giovani immigrati emerge come possibile risorsa per mitigare il calo demografico. Solo un approccio multisettoriale e innovativo potrà affrontare efficacemente la decrescita europea, garantendo la qualità e l’accesso all’istruzione e sostenendo la coesione delle comunità locali.