
La scuola italiana si mobilita: “La conoscenza non marcia” contro il riarmo e la complicità nel genocidio a Gaza
La scuola italiana sta vivendo una mobilitazione importante con la campagna "La conoscenza non marcia", nata per contrastare la militarizzazione degli ambienti educativi e denunciare la complicità nel genocidio del popolo palestinese a Gaza. L'iniziativa, partita ufficialmente presso la Sapienza di Roma il 13 settembre 2025, coinvolge studenti, docenti, ricercatori, sindacati e associazioni in azioni come presidi, assemblee e approfondimenti con l’obiettivo di promuovere la pace e riaffermare il ruolo civile della scuola. Le università sono particolarmente attive nel dibattito, chiedendo la fine delle collaborazioni con aziende belliche e la creazione di normative a tutela dell’autonomia educativa.
La campagna sostiene richieste normative per escludere finanziamenti e partnership con industrie della difesa, introdurre programmi educativi obbligatori incentrati sulla pace e i diritti umani e garantire trasparenza nell’uso delle risorse scolastiche. Amministrazioni locali e istituzioni scolastiche stanno rispondendo con iniziative simboliche e programmi di approfondimento, sebbene non manchino critiche da parte di alcuni settori politici e industriali che vedono nella mobilitazione un rischio di ideologizzazione e limitazione della ricerca scientifica.
Le prospettive future vedono un aumento dell’impegno delle scuole e delle università con manifestazioni, dibattiti e coinvolgimento delle istituzioni per promuovere un’educazione alla pace e alla cittadinanza attiva. La campagna si presenta come un possibile modello europeo per la demilitarizzazione degli ambienti educativi, sottolineando che la conoscenza deve stare sempre al servizio della pace e mai della guerra.