La scuola dell’ansia: un viaggio tra inferno e purgatorio nell’emergenza del benessere mentale

La scuola dell’ansia: un viaggio tra inferno e purgatorio nell’emergenza del benessere mentale

Negli ultimi anni, la scuola italiana si confronta con una crisi emergente legata all’ansia e al benessere mentale di studenti e insegnanti, acuita dalla pandemia. La pressione scolastica sugli studenti si manifesta in aspettative familiari e sociali elevate, creando un ambiente di tensione e disagio psicologico. Sintomi frequenti come disturbi del sonno, problemi di concentrazione e isolamento sociale evidenziano la gravità del fenomeno, con la competizione e l’ansia da prestazione in aumento. Parallelamente, anche gli insegnanti soffrono di stress e burn-out, specialmente chi è costretto a vivere lontano da casa, affrontando difficoltà pratiche ed emotive che minano motivazione e senso di appartenenza. La pandemia ha aggravato queste problematiche, accentuando isolamento, difficoltà nelle didattiche ibride e carenza di supporti psicologici strutturati nelle scuole.

In risposta, le istituzioni hanno avviato interventi significativi: il Presidente Mattarella ha richiamato all’importanza del dialogo e dell’ascolto per avvicinare scuola e comunità, mentre il Ministro Valditara ha promosso regole per limitare l’uso del cellulare in classe, riducendo distrazioni e fonti ansiose come il cyberbullismo. Proposte come quella del Prof Marenco, che suggerisce un’ora dedicata all’ascolto degli studenti fuori dall’orario scolastico, rappresentano passi concreti verso la promozione del benessere mentale. Strategie più ampie includono percorsi formativi su ansia e stress, figure di supporto psicologico nelle scuole, metodi didattici personalizzati e programmi anti-bullismo, oltre a un’attenzione particolare al benessere degli insegnanti.

Il ruolo delle famiglie e della comunità è cruciale nel riconoscere e prevenire il disagio, così come il potenziamento della rete dei servizi territoriali. Guardando al futuro, la scuola deve trasformarsi da luogo di ansia a contesto di prevenzione, formazione empatica e inclusione, riducendo i carichi scolastici e creando spazi dedicati all’elaborazione emotiva. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile superare questa emergenza silenziosa, orientando la scuola verso una nuova cultura educativa che valorizzi il benessere delle persone, riducendo il rischio che l’esperienza educativa si trasformi in un “inferno o purgatorio”.

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