Crisi finanziaria nelle università pubbliche del Kenya: tra tagli alle tasse e strategie di sopravvivenza
Le università pubbliche in Kenya stanno affrontando una crisi economica senza precedenti dovuta ai drasticI tagli alle tasse universitarie, ridotte fino al 75% dal settembre 2025. Questo cambiamento epocale, voluto dal governo per favorire l'accesso universale all'istruzione superiore e ridurre le disuguaglianze sociali, ha però fortemente compromesso la stabilità finanziaria degli atenei. Tradizionalmente, le tasse universitarie rappresentavano una fonte fondamentale per il mantenimento delle strutture, il pagamento del personale e la ricerca, e la loro diminuzione ha costretto le università a rivedere profondamente i loro piani finanziari e organizzativi.
Per far fronte a questa nuova realtà, le università pubbliche del Kenya stanno adottando diverse strategie di sopravvivenza. Tra queste, spiccano l'aumento delle ammissioni per compensare la perdita di introiti, la massimizzazione dell'uso delle infrastrutture esistenti, e la reindirizzazione delle risorse verso programmi a maggiore impatto. Inoltre, si cerca di sviluppare partenariati pubblico-privati e corsi professionalizzanti a breve termine. Tuttavia, queste misure non sono esenti da rischi, in particolare riguardo alla qualità della formazione e al carico aggiuntivo sul corpo docente.
Il governo gioca un ruolo cruciale nell'offrire supporto tramite borse di studio, prestiti agevolati per gli studenti e finanziamenti basati sulla capitazione, ma l'efficacia di queste iniziative dipende dalla capacità di allocare risorse sufficienti e gestirle in maniera trasparente. Le prospettive future richiedono una forte attenzione all'innovazione didattica, al rafforzamento dei legami con l'industria e al monitoraggio rigoroso della qualità. Solo attraverso una governance lungimirante e un solido sistema di supporto sarà possibile democratizzare l'istruzione superiore mantenendo elevati standard formativi per le nuove generazioni keniane.