Proteste dei Docenti in Alto Adige: Stop ad Attività Extra per Ritrovare Dignità e Riconoscimento

Proteste dei Docenti in Alto Adige: Stop ad Attività Extra per Ritrovare Dignità e Riconoscimento

La protesta dei docenti in Alto Adige rappresenta un momento critico per il sistema scolastico locale e nazionale, causata soprattutto dall'eccessivo carico burocratico e dal lavoro sommerso, cioè non riconosciuto né economicamente né come tempo lavorativo. Il movimento "Gruppo Dignità Istruzione Docenti", nato da un'iniziativa collettiva tra insegnanti delle scuole italiane e tedesche della provincia, ha promosso la decisione di sospendere tutte le attività extra scolastiche per l'anno 2025/2026, come forma di protesta concreta e messaggio verso le istituzioni. Questo blocco coinvolge laboratori, gite e progetti, attività che tradizionalmente arricchiscono l'offerta formativa ma che ora sono estromesse dalla motivazione e dall'impegno degli insegnanti.

Le motivazioni principali della protesta sono da ricercarsi nel progressivo aumento degli adempimenti burocratici che hanno sottratto tempo ed energie all'attività educativa vera e propria, trasformando l'insegnamento in un lavoro esasperato e psicologicamente pesante. Si denuncia inoltre che molte ore dedicate a preparazioni, aggiornamenti e impegni fuori orario non siano adeguatamente riconosciute, alimentando un diffuso malessere professionale. Tale situazione ha condotto a una mobilitazione compatta, con conseguenti ripercussioni anche sulle famiglie, che stanno organizzando iniziative autogestite per compensare la mancanza delle attività sospese.

Le richieste avanzate dai docenti mirano a un alleggerimento della burocrazia, al riconoscimento economico del lavoro extra, e a un maggior rispetto e dignità della professione, ribadendo la necessità che la scuola torni a essere un ambiente di formazione e crescita supportato da condizioni lavorative sostenibili. Questo caso riflette una problematica più ampia, presente anche a livello nazionale, con il rischio concreto che, senza un adeguato intervento delle istituzioni, il sistema educativo subisca un progressivo impoverimento qualitativo, con l'aumento dell'insoddisfazione tra insegnanti, studenti e famiglie. Le prospettive future vedono possibili tavoli di confronto e una mobilitazione che potrebbe estendersi ulteriormente, sollecitando un cambiamento strutturale atteso da tempo.

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