
Ricerca UE: dibattito sull'uso duale divide il Parlamento europeo verso il nuovo programma quadro
Il Parlamento europeo è profondamente diviso sull'inclusione di progetti a uso duale – progetti con applicazioni civili e militari – nel prossimo programma di ricerca e innovazione UE del 2025. Il dibattito riflette tensioni tra la necessità di rafforzare la sovranità tecnologica europea e le preoccupazioni etiche e accademiche legate alla governance della ricerca. L’UE, tradizionalmente orientata verso la ricerca civile, sta riconsiderando la sua posizione a fronte di nuovi rischi geopolitici e della crescente globalizzazione della ricerca dual use, con settori chiave come intelligenza artificiale, robotica e cyber-sicurezza al centro dell’attenzione.
Storicamente limitata al finanziamento di ricerca civile, la Commissione Europea e il Parlamento discutono una possibile apertura ai progetti dual use all’interno del programma quadro 2025, introducendo criteri rigorosi di trasparenza e controllo. Fiduciosi sostenitori come Eszter Lakos e Ekaterina Zaharieva sottolineano l'importanza strategica di questa scelta per mantenere la competitività europea e rinforzare le filiere tecnologiche, mentre critici come René Repasi avvertono sul rischio di compromettere l’autonomia accademica e la trasparenza scientifica. I temi etici, la potenziale militarizzazione della scienza e la possibile riduzione della ricerca civile alimentano forti perplessità.
L’approvazione del finanziamento per la ricerca dual use avrà impatti significativi sull’innovazione, sull’attrattività per talenti e startup, e sul bilanciamento tra ricerca civile e militare. Si delineano strategie per separare i fondi civili da quelli a uso duale e garantire il controllo mediante comitati etici indipendenti. Il futuro del programma quadro UE rappresenta dunque un banco di prova cruciale per conciliare progresso tecnologico, sicurezza e valori europei di apertura e responsabilità, in attesa di decisioni definitive entro il 2025.