Scontri a Milano: Minorenni ai domiciliari esclusi dalla scuola — Una decisione che riaccende il dibattito sui diritti dello studente

Scontri a Milano: Minorenni ai domiciliari esclusi dalla scuola — Una decisione che riaccende il dibattito sui diritti dello studente

Nella giornata del 26 settembre 2025, Milano è stata teatro di scontri durante uno sciopero in solidarietà alla causa di Gaza che ha portato all'arresto di due minorenni, un ragazzo di 16 e una ragazza di 17 anni. Entrambi, accusati di resistenza e danneggiamenti, sono stati posti agli arresti domiciliari con la negazione della possibilità di frequentare la scuola, provocando un acceso dibattito sulla tutela del diritto allo studio nei confronti dei ragazzi sottoposti a misure cautelari. Questo provvedimento, decisamente più severo rispetto all'obbligo di firma imposto ai maggiorenni coinvolti, evidenzia una disparità di trattamento giudiziario che intacca i diritti costituzionali dei minori.

L'ordinanza del giudice, che impedisce ai due adolescenti di partecipare anche a forme alternative di istruzione come lezioni a distanza o tutoraggio domiciliare, è stata definita «surreale e sproporzionata» dagli avvocati della difesa. La questione si inserisce in un quadro normativo che riconosce l'istruzione come diritto fondamentale e obbligo fino ai 16 anni, tutelato anche a livello internazionale. Storicamente, casi analoghi in Italia hanno previsto misure meno restrittive per garantire la continuità scolastica, facendo sorgere dubbi sulla proporzionalità e l'equità della decisione milanese.

Oltre agli aspetti giuridici, il caso ha acceso un ampio dibattito sociale e culturale. La scuola, percepita come presidio di crescita e integrazione, rischia di trasformarsi in uno spazio escluso per questi giovani, aumentando la marginalizzazione. Le comunità educative sono chiamate a riflettere su come garantire continuità didattica in situazioni di restrizione, attivando percorsi personalizzati o lezioni a distanza. La vicenda rilancia la necessità di bilanciare sicurezza e diritti, auspicando provvedimenti che tutelino l’educazione come forma primaria di riscatto e inclusione sociale anche nelle situazioni più complesse.

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