
Dazi fino al 100% sui chip: il piano Trump per rilanciare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti
Il piano dell'amministrazione Trump mira a ridurre la dipendenza americana dai semiconduttori importati, specialmente da Taiwan, attraverso un robusto sistema di dazi e incentivi. Prevede dazi fino al 100% sui chip importati se le aziende non mantengono un rapporto di produzione interna 1:1, accompagnato da crediti fiscali per stimolare investimenti in nuove fabbriche e centri di ricerca negli Stati Uniti. Questo approccio protezionistico intende rafforzare la sicurezza economica, creare posti di lavoro qualificati e proteggere la supply chain in un contesto globale di tensioni geopolitiche.
La dipendenza attuale da Taiwan, che detiene oltre il 60% della produzione mondiale di chip avanzati, rappresenta un rischio strategico per gli USA, come evidenziato dalle preoccupazioni del Dipartimento del Tesoro. Tuttavia, il programma presenta sfide operative significative, quali ingenti investimenti, tempi lunghi di realizzazione e necessità di personale altamente qualificato, oltre a possibili ritorsioni commerciali da parte dei partner asiatici. Il mercato globale potrebbe quindi subire instabilità e riallineamenti nelle catene produttive.
Se implementato con successo, il piano porterebbe benefici economici per gli Stati Uniti, tra cui rilancio industriale, avanzamento tecnologico e rafforzamento della posizione globale nel settore high-tech. Le aziende tecnologiche dovranno bilanciare investimenti e costi derivanti dai nuovi dazi, in un contesto di cambiamento radicale che influenzerà tutta la filiera produttiva globale dei semiconduttori e la politica industriale americana per i prossimi anni.