
Aurora Maniscalco, nuove rivelazioni dall'autopsia: le unghie mancanti e il mistero delle strisciate sul balcone a Vienna
Il caso Aurora Maniscalco, giovane trovata morta a Vienna in circostanze ancora avvolte nel mistero, continua a interrogare opinione pubblica, media e investigatori. Particolarmente rilevanti sono i dettagli emersi dall’autopsia, tra cui il distacco delle unghie, elemento chiave che suggerisce un disperato tentativo di aggrapparsi al balcone della sua abitazione. Le strisciate rinvenute sul balcone, con materiale organico compatibile con quello delle unghie di Aurora, rafforzano questa interpretazione di una lotta per la sopravvivenza nei momenti finali della giovane. Cruciale è la smentita del padre riguardo all’onicofagia, escludendo quindi un’abitudine a mangiarsi le unghie, rivoluzionando la lettura degli elementi forensi.
Le dichiarazioni dei familiari, in particolare quelle della zia, hanno inoltre reso noto il desiderio di Aurora di trasferirsi a Praga, ipotizzando possibili motivazioni personali o pressioni psicologiche che potrebbero aver influito sul suo stato emotivo e comportamentale. Le indagini, aperte e in corso, coinvolgono autorità italiane e austriache che valutano diversi scenari, dal suicidio al coinvolgimento di terzi, passando per un incidente legato a un tentativo di fuga. La copertura giornalistica, con programmi come Morning News, ha contribuito a mantenere alta la visibilità del caso e a contrastare disinformazione.
Dal punto di vista forense, restano punti critici, come la precisa tempistica della caduta e il potenziale rinvenimento di DNA sotto le unghie, da cui potrebbero emergere nuovi sviluppi essenziali. Il contesto viennese di altri casi irrisolti inoltre stimola ipotesi più ampie riguardanti la sicurezza e il benessere dei giovani all’estero. La comunità attende risposte chiare alle molteplici domande aperte, necessari per dissipare il mistero e rendere giustizia ad Aurora Maniscalco.