Deficit/PIL Italia al 3%: Tagli Alla Spesa Pubblica e Manovre Oltre le Richieste UE
Il Governo italiano ha fissato il rapporto deficit/PIL al 3% per il 2025, superando le richieste minime dell’Unione Europea e segnando un passo decisivo verso il consolidamento dei conti pubblici. Questa scelta ambiziosa, illustrata nel Documento programmatico di finanza pubblica, prevede una manovra finanziaria complessiva di 16 miliardi di euro, con 10 miliardi ottenuti da tagli alla spesa pubblica e 6 miliardi da maggiori entrate. I tagli interessano diversi settori, privilegiando l’efficienza e la sostenibilità, mentre le maggiori entrate derivano da un più rigoroso contrasto all’evasione e dalla valorizzazione di asset pubblici, senza aumentare la pressione fiscale.
L’allineamento al 3% rappresenta una strategia prudente e volta a migliorare la credibilità internazionale dell’Italia, con l’obiettivo di chiudere anticipatamente la procedura d’infrazione europea. L’esperto Massimo D’Antoni sottolinea come il mix tra tagli strutturali e aumento delle entrate crei le condizioni per un’uscita rapida dal contenzioso UE, invitando però a mantenere rigore e disciplina per evitare future derive finanziarie. Questo approccio contribuisce a ridurre i costi di indebitamento e a garantire stabilità fiscale nel medio-lungo termine.
Le conseguenze si rifletteranno sulla manovra finanziaria 2025, che dovrà coniugare rigore di bilancio con interventi mirati in occupazione, ambiente, infrastrutture e servizi essenziali. La strada verso la sostenibilità richiede continuità e qualità della spesa, ponendo al centro equilibrate politiche di investimento e controllo. In definitiva, la decisione di puntare a un deficit/PIL al 3% è un banco di prova cruciale che, se ben gestito, potrà rafforzare la posizione dell’Italia in Europa e favorire un futuro di crescita sostenibile e trasparente.